Il Gruppo di San Rossore fu istituito sulla base di un Appello per il Rilancio dei Parchi in risposta ai gravi rischi che gravavano e gravano sul loro futuro.
A questo obiettivo sono state rivolte le nostre iniziative, proposte e documenti in questi mesi a cui intendiamo dedicare a fine estate un appuntamento nazionale di cui discuteremo il 10 maggio alle 10,30 in un incontro pubblico a Pisa al Parco di San Rossore.
Nei prossimi mesi sono previste una serie di iniziative istituzionali e culturali in varie parti del paese alcune delle quali coinvolgeranno anche il nostro Gruppo così avremo modo di confrontarci ed anche concordare impegni e risposte comuni. Mai come in questo momento infatti se i parchi vogliono uscire dall’angolo in cui sono stati confinati urgono risposte forti ed efficaci che richiedono innanzitutto idee chiare, ma anche grande apertura e disponibilità a mobilitare e unire tutte le energie disponibili nell’interesse dei parchi.
Il nostro appuntamento nazionale sarà perciò aperto a tutti.
A 20 anni dalla approvazione della legge quadro del 91 infatti nessuno può eludere i pesanti interrogativi che gravano sul presente e il futuro dei nostri parchi.
Interrogativi politici, istituzionali, culturali e normativi che con i parchi riguardano il governo del territorio, la tutela della natura, del paesaggio, del suolo insomma dei beni comuni da anni esposti al saccheggio e alla distruzione.
Le politiche e le inadempienze degli ultimi anni hanno già fortemente e pesantemente pregiudicato e penalizzato il ruolo complessivo dei nostri parchi sul piano nazionale ed anche regionale e soprattutto delle Aree Protette Marine.
La stessa funzionalità operativa degli enti parco, i loro bilanci, finanziamenti e personale registrano una vistosa caduta a cui si sono accompagnati paralizzanti commissariamenti, mancanza di direttori e tecnici e soprattutto -dato questo quadro-mancanza di qualsiasi effettiva autonomia.
E’ così sempre più venuto meno quell’equilibrio politico-istituzionale delle stesse rappresentanze nazionali, regionali e locali che ha caratterizzato sia pure tra ricorrenti difficoltà e tensioni, quella ‘leale collaborazione ‘ che era e rimane alla base della legge quadro e che ha consentito in questi 20 anni di raggiungere traguardi importanti e significativi ora a rischio.
Il panorama nazionale appare oggi infatti scombinato, rissoso e per molti versi paralizzato con allarmante discredito delle nostre aree protette e delle istituzioni che ne hanno la titolarità e responsabilità.
L’avere rifiutato la convocazione della Terza Conferenza nazionale come a suo tempo richiesta da Federparchi per fare finalmente il punto sul piano politico e avere invece messo mano sbrigativamente e senza gli indispensabili coinvolgimenti ad una modifica alla legge quadro che per molti versi penalizza quell’equilibrio istituzionale a cui abbiamo fatto cenno snaturando peraltro il ruolo pianificatorio dei parchi separando ulteriormente la gestione delle aree marine protette da quelle terrestri accentuerebbe proprio quei caratteri burocratico- centralistici di un ministero che da tempo ha rinunciato al ruolo nazionale che gli compete.
Un ruolo al quale non è attrezzato per avere da un decennio rinunciato a dotarsi degli strumenti previsti dalla legge Bassanini preferendo mortificare i parchi nazionali con un controllo che gli impedisce qualsiasi autonomia.
E’ da qui che bisogna riprendere il filo prima che sia troppo tardi e dobbiamo farlo innanzitutto ad un tavolo dove governo, regioni, enti locali e parchi possano finalmente dove anche le varie situazioni regionali che in più d’un caso hanno imboccato o stanno imboccando strade non più rassicuranti delle scelte ministeriali possano essere ricondotte ad una riflessione comune senza nulla togliere naturalmente alle rispettive autonomie.
Ne discuteremo il 10 maggio a Pisa mettendo mano all’appuntamento nazionale del dopo estate.