Nell’incontro sui parchi europei, a Palazzo Reale a Pisa, intervenne anche il presidente del parco della Maddalena Bonanno, che riferì sul suo impegno ed anche sulle difficoltà dovute ai rapporti politico-istituzionali non facili.
Appena rientrato l’aveva accolto una buona notizia e cioè che dopo tanti rinvii era stato finalmente nominato il suo vicepresidente. Ma non aveva fatto i conti evidentemente con il suo sindaco che ha messo di brutto sotto accusa il parco per le sue pretese di decidere su un territorio che non gli compete.
Alla Maddalena a 20 anni dalla legge 394 e da una legge regionale che l’ha preceduta, un sindaco non trova di meglio specie in un momento come questo che dare addosso ad un parco nazionale e per di più marino. E siccome le disgrazie non vengono mai sole negli stessi giorni la Sardegna mette mano allo smantellamento del piano costiero di Soru volto a mettere al sicuro quanto di più prezioso ha l’isola. D’altronde Cappellacci di fesserie ne aveva già fatte altre con l’eolico e pasticci conseguenti.
Se poi si aggiunge che la Brambrilla dopo le sue solite sortite sul palio di Siena sta lanciando una vera e propria campagna per coprire il paese di campi da golf e relativi porticcioli e residence, tipo modello Berlusconi per Lampedusa, non si fatica, o almeno non si dovrebbe faticare molto, per capire in che mani siamo finiti.
Hanno voglia il governo francese e regioni come la Toscana e la Liguria a protestare per l’abbandono a se stesso del santuario dei cetacei che riguarda appunto anche la Sardegna.
A Bonanno esprimiamo tutta la nostra solidarietà e, siccome nel prossimo maggio dovremo concludere a Cagliari l’evento che ha preso le mosse a Pisa e che ora sbarcherà in Spagna e Francia, una ragione in più perché anche in Sardegna per i parchi si riesca a voltar pagina.
Gli enti parco non sono carrozzoni al massimo carrozzine: io ho fatto per alcuni anni il vice del parco di San Rossone e non ho avuto l’impressione di stare in carrozza. L’ente si giustifica ( poi quanto numeroso, pagatoe ct è un ‘altro discorso ma le cifre sono comqune modeste) per il parco gestisce competenze che non sono quelle nè di un comune nè di una provicnia nè di una regione o dello stato) e tuttavia sono questi enti che insieme designano l’ente. Se infatti un enete parco viene sciolto le sue competennze contrariamente a quel che ritiene, ad esempio, l’unione delle province, non vanno nessuno il parco o c’è o non c’è. L’idea che sia tutto un carrozzone serve solo a non gestire seriamente e con gli strumenti giusti sia parchi che altre attività
cordialmente
Renzo Moschini
@Giuseppe. Certo, idea geniale, con la classe politica che ci ritroviamo (anche e soprattutto a livello locale) sarebbe come dire alla volpe di controllare le galline…
Ma perchè i parchi non sono gestiti dai rappresentanti delle comunità locali (sindaci-cons.-assessori)? BASTA CON ENTI PARCO ED ULTERIORI CARROZZONI!!!