E’ ufficiale: la parte orientale dell’Antartide “sta facendo la prepotente” con la parte occidentale.
Ora che l’Antartide occidentale sta perdendo peso, cioè sta perdendo miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno, diventando così più leggera, la sua massa rocciosa, divenuta più morbida, sta cedendo verso Ovest sotto la spinta della più compatta massa che costituisce l’Antartide orientale.
L’hanno scoperto i ricercatori della Ohio State University hanno registrato misurazioni GPS che mostrano la roccia della massa antartica occidentale che viene spinta in un movimento orizzontale ad una velocità che raggiunge i 12 mm all’anno.
Questo movimento è importante per comprendere la perdita di ghiaccio in corso sul continente e la perdita futura.
“Un centimetro può non sembrare una misura importante, ma in realtà è un dato abbastanza drammatico rispetto ad altre aree del pianeta”, ha spiegato Terry Wilson, docente di Scienze della Terra alla Ohio State, che sta conducendo anche il progetto POLENET, una collaborazione internazionale che ha installato GPS e sensori sismici su tutta la calotta antartica occidentale.
La ricercatrice e il suo team non si sono sorpresi tanto nel rilevare il movimento orizzontale, ma piuttosto si sono chiesti perché il suolo stava muovendosi verso le regioni con maggior perdita di ghiaccio.
“Dai modelli al computer sapevamo che la roccia della base si sarebbe sollevata, alleggerendosi del peso del ghiaccio che stava sciogliendosi”, dice Wilson. “Ma la roccia avrebbe dovuto sollevarsi da dove si trovava il ghiaccio. Invece, osserviamo un movimento orizzontale verso le zone dove si perdeva ghiaccio”.
La spiegazione viene dai sensori sismici. Misurando i percorsi e la velocità delle onde sismiche sotto il continente antartico, i ricercatori hanno potuto determinare che le regioni del mantello terrestre sotto le parti orientale e occidentale dell’Antartide sono molto diverse.
L’Antartide occidentale è formata da roccia più calda e più morbida; l’Antartide orientale è più fredda e più dura.
Stephanie Konfal, collega operante nel progetto POLENET, ha sottolineato che dove la transizione è più pronunciata, il movimento laterale del continente corre perpendicolare al confine tra i due tipi di mantello.
La studiosa ricorre poi ad un paragone con un vaso di miele.
“Se immaginate di avere punti caldi e punti freddi in un barattolo di miele, premendo con un cucchiaio sulla superficie, il miele viene spinto in basso dal cucchiaio ma il movimento non sarà uniforme. I punti freddi e duri premeranno sui punti morbidi. E quando solleverete il cucchiaio, il miele morbido non si solleverà uniformemente per riempire i vuoti perché il miele duro starà ancora pressando sul miele morbido”.
Per dirla diversamente, il ghiaccio ha pressato il mantello morbido dell’Antartide occidentale.
Quando il ghiaccio si è sciolto, il mantello morbido non ha risposto in modo uniforme perché il mantello più duro dell’Antartide orientale faceva pressione lateralmente”.
Konfal dice che questi movimenti della crosta aiutano a capire la perdita di ghiaccio.
“Stiamo assistendo a movimenti che potrebbero invertirsi, quindi sappiamo di aver bisogno di modelli al computer che possano prendere in considerazione i cambiamenti laterali delle proprietà del mantello”.
Wilson afferma che queste differenze estreme di proprietà del mantello non sono state osservate in altre aree del pianeta dove c’è perdita di ghiaccio e quindi contraccolpi della crosta.
“Sapevamo che in Antartide poteva essere diverso”, assicura. “Quanto sarebbe stato diverso, invece non lo sapevamo!”.
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