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“Solo” 74mila anni fa l’Homo sapiens raggiunse l’Asia

Quando è giunto l’Homo sapiens in Asia? E quale strada ha seguito, uscendo dall’Africa, il luogo di origine del genere umano?

Scritto da Leonardo Debbia il 18.06.2013

Un genetista, docente presso l’Università di Huddersfield, nel Regno Unito, ha provato a rispondere ad entrambe le domande.

Sumatra

Vista del lago di Toba a Sumatra, Indonesia

Il professor Martin Richards, esperto di popolazioni preistoriche, che dirige l’Archaeogenetic Research Group dell’Università di Huddersfield, ha pubblicato i risultati del suo studio negli Atti della National Academy of Sciences, contestando la teoria secondo cui esistono evidenti prove archeologiche dell’esistenza di esseri umani moderni in Asia meridionale antecedenti alla grande eruzione del super-vulcano Toba dell’Isola di Sumatra.

  Quella di Toba fu la più grande eruzione degli ultimi due milioni di anni e uno dei maggiori eventi catastrofici della preistoria. Furono espulsi 2500 chilometri cubi di lava, un volume pari al doppio del Monte Everest. L’impatto sul territorio e sul clima dell’intero pianeta ebbe effetti devastanti. Le popolazioni viventi in un raggio di duemila chilometri furono decimate. 

Il cataclisma avvenne 74mila anni fa, nel periodo in cui i primi esseri umani lasciavano l’Africa, cominciando a perfezionare il percorso evolutivo iniziato dagli ominidi.

Nel 2005 Richards condusse una ricerca, pubblicata allora dalla rivista Science, in cui usava la prova del DNA mitocondriale per dimostrare che gli esseri umani anatomicamente moderni erano usciti dall’Africa “attraverso un percorso costiero meridionale” dal Corno d’Africa, attraverso l’Arabia Saudita, verso l’Asia, circa 60mila anni fa, dopo l’eruzione del super-vulcano Toba.

Un team di archeologi, che conduceva una campagna di scavi in India, affermò di aver rinvenuto le prove che esseri umani moderni avevano vissuto lì già 120mila anni fa, molto prima quindi della “grande eruzione di Toba”. 

Questa teoria era suffragata da ritrovamenti di oggetti in selce sotto uno strato di cenere collegato all’eruzione di Toba.

Ora Richards, in collaborazione con Sir Paul Mellars, archeologo delle Università di Cambridge e di Edimburgo, con il Dr Martin Carr, dell’ Università di Huddersfield e colleghi di York e di Porto, ha rigettato questa teoria.

“Una delle cose che non avevamo nel 2005 era la quantità di prove riferite all’India in termini di sequenze mitocondriali umane. Ora, con la quantità di persone sottoposte al sequenziamento, che depositano materiale genetico nelle banche dati, disponiamo di 1000 sequenze provenienti dall’India”, dichiara Richards. 

Usando il DNA mitocondriale di popolazioni attuali, confrontandole con quelle passate, e servendosi di ulteriori prove e ricerche, il team è stato in grado di effettuare stime più precise circa la presenza di esseri umani moderni in India.

Esistono prove concrete che la migrazione dall’Africa e l’insediamento in India si siano verificati non prima di 60mila anni fa.

“A sostegno, possiamo anche affermare che sia le somiglianze archeologiche tra le tecnologie degli strumenti in pietra africani e indiani dopo 70mila anni, così come caratteristiche quali la lavorazione di perline e le incisioni sui manufatti, suggeriscono che il materiale indiano di poco posteriore a quel periodo era di derivazione africana”, asserisce Richards.

“Esistevano certamente esseri umani in India prima dell’eruzione di Toba, perché laggiù ci sono effettivamente strumenti in pietra, ma poteva trattarsi di Neandertaliani o di qualche altra popolazione pre-moderna”, concede Richards. “La sostituzione di popolazioni umane presumibilmente arcaiche viventi in Asia meridionale con esseri umani moderni che usavano nuove tecnologie appare analoga alla sostituzione dei Neanderthal da parte degli esseri umani moderni in Europa e in Asia occidentale verificatasi 40-50mila anni fa”.

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