La scienza planetaria sta festeggiando il ventesimo anniversario della scoperta della Fascia di Kuiper che è stata individuata nel 1992, quando il primo oggetto della Fascia di Kuiper (KBO) è stato scoperto. In realtà, il primo oggetto nella Fascia di Kuiper che è stato ritrovato nel 1930 fu Plutone; e il secondo oggetto, Caronte, il più massiccio fra i satelliti naturali del pianeta nano Plutone, è stato indentificato nel 1978. Per la prima volta, la Fascia di Kuiper è stata postulata da Gerard Kuiper, da cui prende anche il nome e dagli altri scienziati negli anni 30, 40 e 50. Ma è stato necessario aspettare il 1992 per maturare una tecnologia abbastanza evoluta in grado di trovare un altro oggetto (al di fuori del sistema di Plutone) in orbita intorno al Sole al di là di Nettuno.
Dal 1992, sono stati scoperti più di 1,000 KBO. Ma finora solo una piccola frazione del cielo è stata visitata. Si stima che esistano più di 100.000 KBO con un diametro di 100 chilometri o più grandi, insieme ai miliardi di oggetti più piccoli, fino alle dimensioni dei nuclei cometari, con un diametro di un chilometro o due. (Al confronto, Plutone è enorme, il suo diametro è quasi di 2.400 chilometri).
La maggior parte dei KBO conosciuti, però, hanno una larghezza compresa tra i 100 e i 300 chilometri ed alcuni sono più grandi di 300 chilometri. In effetti, ci sono molte differenze tra i KBO;
– Alcuni sono rossi e altri sono di colore grigio;
– Le superfici di alcuni sono coperti da ghiaccio d’acqua, mentre altri (come Plutone) hanno ghiacci volatili come il metano e l’azoto;
– Molti hanno satelliti naturali. Tuttavia nessuno di loro ha più lune conosciute di quelle di Plutone;
– Alcuni sono altamente riflettenti (come Plutone) e altri hanno le superfici molto più scure;
– Alcuni hanno una densità molto più bassa rispetto a quella di Plutone, ciò significa che questi oggetti sono composti principalmente da ghiaccio. La densità di Plutone è così alta che sappiamo che circa il 70 per cento del suo interno è di roccia, alcuni dei KBO sono più densi di Plutone, ed anche più rocciosi!
Ma non si considera questa varietà sorprendente dei KBO come il più importante contributo alla nostra conoscenza sul Sistema Solare che è arrivato dai telescopi che stanno esplorando la Fascia di Kuiper. In realtà, abbiamo imparato tre lezioni più importanti dalla Fascia di Kuiper sul nostro Sistema Solare:
– Che il nostro sistema planetario è molto più grande di quanto si pensasse. Infatti, la maggior parte di noi non era cosapevole della Fascia di Kuiper, la più grande struttura del nostro Sistema Solare, prima che fosse scoperta 20 anni fa.
– Che le posizioni e le eccentricità orbitali e le inclinazioni dei pianeti del nostro Sistema Solare (e degli altri sistemi simili) possono cambiare col passare del tempo. Questo crea anche la migrazione di interi gruppi di pianeti in alcuni casi. Abbiamo le prove che mostrano che molti dei KBO (tra cui alcuni di grandi dimensioni come Plutone), sono nati molto vicino al Sole, nella regione in cui ora orbitano i pianeti giganti.
– E, forse più sorprendentemente, che il nostro Sistema Solare è stato molto bravo a formare i piccoli pianeti che dominano la popolazione planetaria. Oggi conosciamo più di una dozzina di pianeti nani del Sistema Solare, e questi nani superano il numero dei giganti gassosi e dei pianeti terrestri combinati. Ma si stima che il numero definitivo di pianeti nani che scopriremo dentro la Fascia di Kuiper potrebbe superare i 10.000.
Nuove informazioni sul Sistema Solare sono importanti soprattutto per gli astrobiologi che stanno cercando di determinare in che modo il nostro Sistema Solare si sia evoluto per supportare l’unico pianeta abitabile finora conosciuto, la nostra Terra. Questa conoscenza, scrive Astrobio.net, è utile per capire in quale altro posto nell’Universo i pianeti abitabili potrebbero esistere.