Al congresso dei medici di famiglia è stato presentato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet dove si asserisce che l’aspirina (o meglio il suo principio attivo, l’acido acetilsalicilico) ha ridotto il rischio di cancro del 34% in 5 anni nei soggetti che l’hanno assunta regolarmente. Il presidente Claudio Cricelli ha dichiarato: “I benefici sono evidenti in chi assume il farmaco per almeno un quinquennio per prevenire eventi cardiovascolari. L’effetto positivo si estende a varie neoplasie”.
E’ l’ennesimo studio di questo genere a confermare le proprietà benefiche dell’aspirina se assunta regolarmente per molti anni. In realtà si tratta di un’analisi di altri 8 studi precedentemente svolti che dimostra come, su un totale di 23.535 pazienti trattati con il farmaco nelle dosi utilizzate per prevenire eventi cardiovascolari, c’è stata una riduzione della mortalità per tumori del 34% dopo 5 anni e del 20% dopo 20 anni.
I dati sono stati presentati al 30° Congresso della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) in corso a Firenze. “Il 2014 – afferma il dott. Claudio Cricelli, presidente SIMG – sarà l’anno della prevenzione cardiologica e oncologica promosso dalla nostra società scientifica. Recentemente numerose ricerche hanno ipotizzato che nella scelta dell’utilizzo dell’aspirina, soprattutto in chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari, debbano essere considerati anche i potenziali benefici che potrebbero derivare in ambiti patologici apparentemente distanti da quello delle malattie cardiovascolari.
Se, in precedenza, il miglioramento della prognosi era limitato a pazienti con tumore del colon-retto, oggi questi dati estendono i benefici ad altri tipi di cancro, agli adenocarcinomi in generale”.Le malattie cardiovascolari si confermano la prima causa di morte con 224.830 decessi (anno 2009, ultimi dati Istat disponibili).
Nel 2013 si stimano in Italia 366 mila nuove diagnosi di neoplasia e 173 mila morti. “La necessità di un periodo di latenza prima che l’effetto protettivo dell’aspirina cominci ad estrinsecarsi indica una possibile interferenza del farmaco con i meccanismi di cancerogenesi – conclude il dott. Cricelli -. Sulla base di queste ricerche, nell’elenco dei fattori che dovrebbero essere presi in considerazione nel calcolo beneficio/rischio di una terapia preventiva cardiovascolare con aspirina a bassa dose, è necessario annoverare anche gli effetti positivi aggiuntivi in termini di riduzione della mortalità per cancro, oltre al calo dell’incidenza delle metastasi”.