Sono pubblicati e consultabili i dati relativi al progetto SENTIERI che ha studiato il rischio sanitario nella zona di Taranto. I risultati sono agghiaccianti perchè includono come causa certa dell’altissimo rischio di mortalità le emissioni dell’acciaieria e danno conto di tutti gli studi precedenti che dimostrano un crescente livello di inquinamento e della relativa e conseguente comparsa di tumori.
Il gip Patrizia Todisco ha chiesto la chiusura degli impianti e ha sollevato il presidente Bruno Ferrante dal ruolo di responsabile per la bonifica dei sei reparti dell’impianto, per conflitti di interesse.
E’ di oggi una dichiarazione del Ministro della Salute Renato Balduzzi al Corriere che così dice: ”Non dimentichiamoci che i problemi occupazionali incidono sulle condizioni di salute. La perdita del lavoro ha conseguenze negative sull’organismo e puo’ costituire causa di malattia seria”. econdo il ministro, ”e’ un problema da valutare con grande attenzione” perche’ ”bisogna procedere con prudenza tenendo assieme piani di bonifica e di salvataggio dei posti di lavoro”.E sottolinea: ”non ci possono essere gerarchie. Occorre un bilanciamento delle due questioni”.
Ma veniamo ai risultati del report SENTIERI. Nel SIN ( sito di interesse nazionale per le bonifiche) di Taranto i ricercatori hanno rilevato:
-un eccesso tra il 10% e il 15% nella mortalità generale e per tutti i tumori in entrambi i generi;
-un eccesso di circa il 30% nella mortalità per tumore del polmone in entrambi i generi;
– un eccesso dei decessi per tumore della pleura in entrambi i generi;
-un eccesso compreso tra il 50% ( uomini) e il 40% (donne) di decessi per malattie respiratorie acute;
-un eccesso di circa il 15% tra gli uomini e del 40% tra le donne della mortalità per malattia dell’apparato digerente;
-un incremento del 5% dei decessi per malattie del sistema circolatorio soprattutto tra gli uomini;
-inoltre un eccesso per la mortalità per condizione morbose di origine perinatale (0-1) anno con evidenza limitata di associazione con la residenza in prossimità di raffinerie/ poli petrolchimici e discariche e un eccessio di circa il 15% per la mortalità legata alle malformazioni congenite che non consente però di escludere l’assenza di rischio;
La ricerca fa poi riferimento ai molteplici studi effettuati in passato che hanno rileeato un quadro di inquinamento anbientale diffuso in alcuni casi precisamente riferibile alla presenza delle acciaierie dell’ILVA.
Secondo la ricerca alcune ricerche segnalavano già dal 2008 che alcune aziende zootecniche nel Comune e nella Provincia di Taranto è presente un’ importante contaminzione della catena trofica da composti organoalogenati. In particolare sono stati rilevati nel 26% dei campioni rilevati ,nel 20% delle 41 aziende analizzate, localizzate a 10 kilometri dal polo dell’acciaieria, concentrazioni di diossine e di PCB-ds che superavano i limiti in vigore.
Uno studio effettuato nel 2000-2002 evidenziava una relazione fra l’aumentato rischio per tumore alla pleura e la vicinanza ai cantieri navali e dell’acciaieria.
Uno degli studi analizza i dati della ASL su Taranto per periodi differenti che vanno dal 1970 al 2004 evidenziando un andamento crescente dei rischi di motalità per alcune patologie. Le cause non sono solo di tipo occupazionale , ma anche residenziale. Dimostrazione è il fatto che, nonostante le donne siano per la maggior parte non occupate, l’incremento del rischio riguarda anche loro. Il rischio è quindi anche residenziale.
Lo studio riporta poi che non ci sono studi specifici sul rischio per i lavoratori dell’ILVA, ma “l’evidenza epidemiologica disponibile suggerisce un ruolo della componente occupazionale per gli incrementi di rischio per il tumore del polmone in attività produttive presenti nel SIN, quali la raffinazione del petrolio”.
La relazione completa è scaricabile qui.
Nuovi dati preliminari di un altro studio sul rischio effettuato dal Centro per il Controllo delle Malattie (CCM) che ha avviato una nuova indagine su chi abita nei pressi dell’Ilva saranno presto disponibili.
Aggiungerei un’ elevata percentuale di casi di tumori della tiroide non menzionati nell’ elenco delle malattie.