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Clonazione umana, successo in USA riapre le polemiche

Scritto da Paolo Ferrante il 19.04.2014

Annunciata la creazione di cellule staminali umane utilizzando le stesse tecniche di clonazione usate per la pecora Dolly a partire da cellule umane adulte, ed è già polemica per le conseguenze della scoperta.

Pecora Dolly

Gli scienziati sono infatti riusciti a coltivare le cellule staminali a partire da cellule adulte prelevate da campioni di tessuti di esseri umani adulti, utilizzando per la prima volta tecniche di clonazione. La tecnica promette di creare tessuti in laboratorio paziente-specifici, che possono essere utilizzati per il trattamento di tutta una serie di disturbi, dalle malattie cardiache alla cecità.

La ricerca, descritta nell’edizione online dello scorso giovedì sulla rivista Cell – Stem Cell, è certamente un progresso scientifico, ma inevitabilmente riapre il dibattito sull’etica della clonazione umana.

La tecnica descritta dagli scienziati assomiglia a quella utilizzata nel primo clone di un mammifero, la famossissima – suo malgrado – pecora Dolly, che è venne generata a partire da un ovulo fecondato con DNA prelevato da cellule specializzate adulte ormai nel lontano 1996.

I ricercatori anche in questo caso hanno “riprogrammati” cellule uovo rimuovendo il DNA e sostituendolo con quello di un donatore adulto. Gli scienziati hanno poi stimolato la cellula con impulsi elettrici per permetterle di dividersi e moltiplicarsi. Le cellule ottenute sono risultate identiche in tutto e per tutto al DNA del donatore, dimostrando che la tecnica è applicabile anche alle cellule umane, anche se i dubbi che potesse essere possibile erano pochi a dire il vero.

Il primo successo nella clonazione di cellule di esseri umani era già in verità stato annunciato l’anno scorso dagli scienziati della Health & Science University dell’Oregon, sempre negli Stati Uniti, ma in quel caso le cellule provenivano da neonati. Nell’esperimento odierno, le cellule provengono da due uomini , un 35-enne e un 75-enne.

L’esperimento – si affrettano a chiarire i ricercatori – non vuole permettere la nascita di un essere umano a partire da cellule umane adulte, come invece avvenne nel 1996 con la pecora Dolly. In questo caso, gli scienziati hanno voluto dimostrare che era possibile creare colture di cellule a partire da un corredo genetico di un adulto, invece che utilizzare il DNA di cellule germinali.

Tuttavia, la tecnica in teoria potrebbe essere un primo passo verso la creazione di un bambino con lo stesso corredo genetico di un donatore adulto, un vero e proprio clone di un essere umano. Ed è qui che le critiche attecchiscono. Persone senza scrupoli potrebbero infatti pensare di utilizzare la tecnica per creare esseri umani cloni di adulti per poter magari utilizzarli come fabbriche per produrre “pezzi di ricambio”.

 

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