Una tromba d’aria si è abbattuta su Taranto stamani. Un operaio è disperso e sono almeno 20 i feriti.Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ha parlato intanto stamattina alla Camera sulla chiusura dello stabilimento.
Un’ondata di maltempo stamattina si è abbattuta su Taranto. Un camino della cockeria è caduto e tutti gli operai sono stati fatti evacuare. Quattro operai si trovavano su una gru al momento in cui la tromba d’aria ha colpito e sarebbero caduti in mare, ma sono stati recuperati. Un operaio, invece, è dato per disperso.
Nell’impianto si vedono dei fuochi che probabilmente dovrebbero essere incendi connessi con i gas di scarico. Secondo Foschini di Repubblica, sono stati scoperchiati dei capannoni, ci sono state fughe di gas e per questo gli operai sono subito scappati. Sono scattate subito tutte le misure di emergenza, ma l’ILVA si sviluppa su un’area enorme e sarà difficile verificare che tutti gli operai siano presenti all’appello in tempi brevi.
Intanto stamane il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha parlato alla Camera sulla chiusura dello stabilimento. Secondo il Ministro se l’ILVA chiude ora, senza che sia possibile mettere in atto l’AIA, non c’è più possibilità che la zona di Taranto venga bonificata, si rischia cioè che l’area resti inquinata e abbandonata.
Secondo il Ministro non si può dimenticare che la chiusura dello stabilimento avrebbe dei costi enormi in termini di depauperamento dell’industria nazionale. E questo non vuol dire che si sta dando priorità all’economia rispetto all’ambiente e alla salute. Bisogna pensare, secondo il Ministro, ad una visione integrata e ad uno sviluppo sostenibile.
E’ impossibile non cogliere che che la chiusura di Taranto porterà vantaggi ai concorrenti internazionali che non devono rispettare i vincoli ambientali italiani, come la Cina, ad esempio, e questo vale anche anche per i concorrenti europei. All’ILVA, infatti, secondo il Ministro si applicano i limiti ambientali che saranno validi in Europa al 2016.
La chiusura dell’ILVA avrebbe un effetto sociale devastante: basta provare ad immaginare la crisi che si determinerebbe per effetto dei licenziamenti sulla vita e sulla salute di 20.000 famiglie italiane, ha spiegato il ministro.
Secondo Clini infine, è necessario tenere il punto su una questione: che ciò che si sta facendo all’ILVA in questi mesi è legale, perchè tiene in considerazione le normative europee che sono recepite da quelle nazionali. Le normative europee stabiliscono dei livelli per l’emissione di sostanze inquinanti e quelli sono i limiti che qualsiasi industriale deve rispettare. Se non valgono più queste norme lo scenario che si apre è ingestibile perchè non c’è più un punto di riferimento. Le industrie della raffinazione e delle auto hanno dovuto cambiare tecnologia rapidamente in questi ultimi 25 anni. “Noi a Taranto stiamo difendendo la legalità. Perchè se non teniamo su questo punto non c’è più riferimento.” ha detto Clini.
Clini inoltre ha detto che bisogna distinguere fra la bonifica dell’ILVA e quella della città di Taranto.Per quest’ultima è stato adottato un decreto legge che deve essere attuato. E’ un piano di riasanamento che non ha niente a che fare con ciò che succede oggi all’ILVA. L’inquinamento attuale è il risultato di decine di anni in cui i criteri non erano orientati alla protezione dell’ambiente. E’ un’operazione che non fa riferimento all’inquinamento attuale. L’ILVA di Taranto è stato il più grande emettitore di diossina fino a tre anni fa, ha spiegato Clini, ora le emissioni di diossina sono sotto i limiti. L’operazione di risanamento che facciamo su Taranto serve a recuperare l’ambiente dopo decenni. Ma è un tema diverso dal risanamento dell’ILVA, ha concluso il Ministro.