Scattare una foto di un neo sospetto con il telefono cellulare e scoprire in pochi secondi se può essere pericoloso. Una nuova tecnologia che potrebbe fornire proiezioni in aree in cui non hanno accesso gli specialisti e potrebbe rendere rapido e poco costoso lo screening per milioni di persone che non hanno accesso a cure mediche.
Il melanoma cutaneo è un tumore causato dalla trasformazione dei melanociti, le cellule che formano la pelle. I melanociti fanno parte, insieme ai cheratinociti, dell’epidermide e hanno il compito di produrre melanina, il pigmento che protegge dai danni dei raggi solari.
Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo infatti è l’eccessiva esposizione ai raggi UVA e UVB. Altri fattori di rischio sono l’insufficienza del sistema immunitario (dovuta a precedenti chemioterapie o trapianti), e alcune malattie ereditarie (come lo xeroderma pigmentoso, nel quale il DNA non riesce a riparare i danni delle radiazioni). Il rischio aumenta anche nelle persone con lentiggini o con nei e in quelle che hanno un parente stretto colpito da questo tipo di cancro o che hanno avuto un precedente melanoma cutaneo.
Ora però ecco che da un’idea di un professore dell’Università di Houston è stata creata un’app, chiamata DermoScreen, che è valutata per ulteriori test presso l’ Anderson Cancer Center della University of Texas.
George Zouridakis, professore di ingegneria, ha lavorato al progetto dal 2005. L’obiettivo è quello di fornire uno screening rapido in zone rurali o in via di sviluppo dove le cure mediche in genere non sono disponibili.
I primi test hanno rivelato che il dispositivo è preciso l’85 per cento delle volte, ha affermato Zouridakis, un tasso di precisione simili alle diagnosi dei dermatologi e più preciso dei medici di assistenza primaria.
Oltre a un telefono cellulare per questa tecnologia occorre un dermoscopio, una lente di ingrandimento speciale, che costa circa 500 dollari e fornisce un’illuminazione speciale dell’area da fotografare.
Il DermoScreen potrebbe essere commercializzato presto. Ma Zouridakis vuole aspettare, sia per perseguire altri usi diagnostici sia per assicurarsi la sua massima precisione.
La dottoressa Ana Ciurea, assistente di dermatologia presso l’MD Anderson, ha spiegato che il progetto è alle sue fasi iniziali.
“La nostra ricerca con il Dott. Zouridakis sull’applicazione iPhone si concentrerà principalmente sulla valutazione del rischio come strumento di screening per la diagnosi precoce dei melanomi,” ha detto.
“Siamo nelle fasi di pianificazione e approvazione di questo progetto, ma questa applicazione, se convalidata, ha il potenziale di migliorare la cura del paziente.”
Zouridakis ha infine spiegato che il programma è “un incrocio” di ingegneria, fisica, biologia, informatica e medicina.