L’ambiente su Titano, la luna più grande di Saturno, potrebbe sembrare sorprendentemente familiare: nuvole che si condensano, trasformandosi in piogge scroscianti sulla superficie e alimentando fiumi che scorrono verso laghi e oceani. Unico altro corpo planetario del Sistema solare dove i fiumi hanno un ruolo attivo.
Soltanto, che il fluido che si condensa, precipita e scorre non è acqua, bensì metano.
Anche su Marte, molto tempo fa, i fiumi incidevano le valli, e i loro percorsi sono tuttora visibili lungo la superficie ormai arida della tipica topografia marziana.
Da sinistra a destra: fiumi su Marte, Terra e Titano. Nè Titano nè Marte, a differenza della Terra, nel corso della loro storia hanno mai avuto alcun tipo di tettonica delle placche. (credit: Benjamin Black / NASA; /Visible Earth / JPL / Cassini RADAR team)
Ora, gli scienziati del MIT hanno scoperto che, nonostante queste somiglianze, le origini della topografia e della orografia su Marte e Titano hanno una storia molto diversa da quella della Terra.
In un articolo pubblicato su Science, i ricercatori sottolineano che su Titano e su Marte non c’è infatti alcuna traccia dell’azione di una ‘tettonica delle placche’ – il processo geologico che modella la Terra – che possa aver turbato e interferito con la topografia delle reti fluviali della superficie.
“A plasmare la topografia di Titano, con cambiamenti dello spessore della sua crosta ghiacciata, possono esser stati invece gli effetti delle maree di Saturno”, afferma Benjamin Black, docente presso il City College di New York.
Anche riguardo l’evoluzione del paesaggio di Marte, che un tempo ospitava un vasto oceano, lo studio racconta che fu molto precoce l’origine delle caratteristiche morfologiche, che furono influenzate dai corsi dei fiumi ancora prima che la superficie subisse gli impatti di asteroidi e le conseguenze delle eruzioni vulcaniche.
“E’ ben strano che nel Sistema solare ci siano tre mondi dove i fiumi hanno rivestito una parte così importante, ma tanto diversa”, afferma Taylor Perron, docente di geologia presso il Dipartimento della Terra al MIT. “Ora abbiamo l’opportunità di utilizzare la morfologia della superficie che è in relazione con questi fiumi per capire come le storie di questi mondi siano diverse”.
Le immagini di Titano, trasmesse dal 2004 ad oggi dalla sonda Cassini, hanno rivelato un paesaggio mozzafiato, con fiumi che scorrono in valli, laghi e mari; il tutto, corredato da misurazioni, anche se queste difettano in precisione.
Per capire l’evoluzione di Titano, Perron e Black, in un primo tempo, intendevano applicare gli stessi criteri e le stesse nozioni della topografia terrestre e marziana.
I due ricercatori si resero conto, però, che non si sarebbe potuto operare nello stesso modo, ma si doveva cambiare la metodologia d’approccio.
Sulla Terra, i movimenti delle placche modellano di continuo il paesaggio nel tempo, spingendo e sollevando catene, aprendo valli e, di conseguenza, alterando i corsi dei fiumi, con continui cambiamenti dell’idrografia e della topografia in generale.
Marte, d’altronde, aveva preso forma durante la fase giovanile del pianeta, tra la crescita primordiale e il pesante bombardamento di asteroidi che avevano scavato enormi bacini da impatto e provocato numerosi vulcani.
Nell’avvio dello studio, i due scienziati hanno così messo a confronto le mappe topografiche dei tre corpi planetari: quelle della Terra e di Marte sono apparse nitide; molto meno lo è stata invece quella di Titano, la cui risoluzione è ostacolata dal notevole spessore dell’atmosfera.
Cercando di rendere quanto più vicine le risoluzioni, i ricercatori hanno confrontato le tre mappe, evidenziando tutti i fiumi che sembravano scorrere dai rilievi verso gli avvallamenti, come è naturale che sia.
Su Titano, proprio a causa delle bassa definizione delle immagini, molti fiumi sembravano scorrere al contrario, dagli avvallamenti ai rilievi.
Apportate le opportune correzioni, i due ricercatori hanno rilevato che l’erosione dei rilievi era stata molto meno intensa che sulla Terra e la superficie somigliava di più a quella marziana.
Questi risultati avvallano quanto era già stato osservato dagli stessi ricercatori nel 2012: la superficie di Titano è di fatto più liscia, meno segnata e incisa di quella terrestre. In pratica, si
direbbe un corpo celeste giovane, formatosi tra 100 milioni e un miliardo di anni fa. E invece è vecchio quanto il nostro pianeta. Allora? .
Probabilmente, sulla Terra, i movimenti delle placche, i terremoti e le eruzioni hanno modellato più volte la superficie e le reti fluviali sono state modificate e accentuate, mentre Titano ha avuto una fenomenologia più attenuata che ha plasmato la superficie in maniera più morbida, rendendola più simile a quella di Marte.