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L’eradicazione delle alloctone è la grande emergenza dei parchi?

Scritto da Renzo Moschini il 05.04.2012

Giovanni Valentini puntuale come sempre su Repubblica ha dedicato –ancora una volta in scarsissima compagnia- un servizio su un recente incontro nazionale promosso da Federparchi, le associazioni ambientaliste e varie rappresentanze scientifiche sui parchi.
Devo dire – ma Valentini non ha colpe- che ho faticato non poco a raccapezzarmi sul senso del dibattito e degli argomenti di cui si è discusso, ma non sono ugualmente riuscito a venirne del tutto a capo .
In sostanza si teme che il ruolo degli enti locali nella gestione dei parchi possa andare a discapito e pregiudicare quello scientifico per cui si tratterebbe di ridimensionare semmai la rappresentanza dei primi a vantaggio dei secondi.
Ora se c’è un punto chiaro della legge è che gli enti parco nazionali e generalmente anche regionali sono formati da rappresentanze istituzionali dello stato, delle regioni e degli enti locali.
La legge aveva ciò non di meno previsto con la Carta della natura, la Consulta tecnica etc, il coinvolgimento delle competenze scientifiche, vuoi nella messa a punto dei piani dei parchi sia direttamente come in Toscana dove gli enti regionali sono affiancati da un Comitato scientifico.
E’ il ministero dell’ambiente che non ha adempiuto alla legge non mettendo a punto la Carta della natura, non predisponendo più neppure la Relazione annuale sullo stato dell’ambiente, non procedendo ad una seria classificazione delle aree protette, non impegnandosi in una seria progettazione anche comunitaria degna di questo nome.

D’altronde per chi pensa, e non da ora, che i parchi è preferibile privatizzarli a cosa può servire l’apporto scientifico della Carta della Natura, del Piano della Biodiversità, dei piani paesaggistici che non riguardano più i piani dei parchi, l’ISPRA, il CNR e via discorrendo che devono salire pure sui tetti per rivendicare il loro ruolo quanto possono interessare il ministero?

Che poi gli enti con ampia rappresentanza istituzionale siano andati sempre più sbiadendo il loro ruolo tra litigi, commissariamenti è verissimo, ma non è una valida ragione per buttare il bambino con l’acqua sporca. E veniamo al dibattito ben riassunto da Valentini: si scopre che tutto ha ruotato intorno alla caccia, ai danni che derivano dai cinghiali o dall’orso marsicano e se si può procedere e chi deve farlo a eventuali abbattimenti o eradicazioni visto che non si può neppure intervenire fuori dal confini.
Mi è tornato in mente Lelio Basso che molti anni fa ricordò che a pochi giorni dalla seconda guerra mondiale l’Internazionale socialista aveva all’odg il problema dell’alcolismo.

Vedere i rappresentati dei parchi riuniti e accapigliarsi sulla caccia mentre i parchi stanno per andare in cassa integrazione e al Senato se ne infischiano fa un certo effetto. Stando al resoconto di Valentini a qualcuno la cosa non sembra essere fortunatamente sfuggita tanto che è stato costretto a ricordare la legge e ..la realtà. Non ricordo negli anni in cui sono stato al Parco di San Rossore in cui dovemmo, fra gli altri problemi, affrontare quello delle catture dei cinghiali, che questa fosse una delle nostre maggiori ambasce. Ora con quel che tuona e alla vigilia del congresso di Federparchi non era –tanto per dirne una- preferibile discutere seriamente delle dichiarazioni di Clini che invece non sembrano per niente allarmare chi sta pilotando la nave dei parchi. Di Schettino non ne basta uno?

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  • Stefano Orlandini scrive:

    Non sono affatto d’accordo …a forza di volare alto…di preoccuparsi di sviluppo “sostenibile” di come farsi amare dalle popolazioni locali,di combattere il”riscaldamento globale, di green economy,di incentivi alle rinnovabili anche gli addetti ai lavori e chi nei Parchi lavora tende a scordarsi che l’unica vera giustificazione all’esistenza di un Parco nazionale o di un’area protetta e’ LA CONSERVAZIONE !
    Parola poco “politically correct” e ormai OSTICA anche a chi fa il Direttore nei Parchi Nazionali……Meglio discutere di conservazione dell’orso e di eradicazione di specie alloctone e tentare di darvi seguito praticamente ….per quanto poche siano le risorse a disposizione sarebbe meglio spenderle su questi progetti che nella promozione delle Sagre del pecorino :):)