Gaianews

Curiosity pronto a studiare il suolo marziano in cerca di vita

L'analisi chimico-fisica dei campioni di suolo marziano è il fulcro della missione di due anni di Curiosity

Scritto da Paolo Ferrante il 06.10.2012

WASHINGTON – Curiosity torna a far parlare di sé. La Nasa ha infatti appena annunciato che che il rover marziano si trova nel punto giusto per iniziare a collezionare ed analizzare campioni di suolo marziano all’interno del suo laboratorio mobile in cerca della vita.

L’analisi chimico-fisica dei campioni di suolo marziano è il fulcro della missione di due anni di Curiosity, ufficialmente chiamato MSL, Mars Science Laboratory. La capacità del rover di inserire i campioni di terreno negli strumenti di analisi presenti al suo interno è fondamentale per valutare se il luogo in cui è atterrato, il cratere Gale, abbia mai offerto le condizioni ambientali favorevoli alla vita microbica. L’analisi dei minerali può rivelare le condizioni ambientali, mentre l’analisi chimica può verificare la presenza di ingredienti necessari per la vita.

“Ora abbiamo raggiunto una fase importante che ci permetterà di ottenere i primi campioni solidi all’interno degli strumenti di analisi in circa due settimane”, ha detto il manager di missione Michael Watkins, del NASA Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, in California. “Curiosity ha risposto così bene che abbiamo fatto enormi progressi a soli due mesi dall’inizio della missione.”

Alle operazioni preparatorie del rover si aggiungono i test della capacità di raccogliere ed elaborare campioni di suolo da parte di alcune palette raccoglitrici. Più tardi, verrà utilizzato un trapano a percussione per raccogliere campioni di polvere dalle rocce. Per effettuare un prelievo efficace di materiale roccioso, il rover ha usato una delle sue ruote lo scorso mercoledì, per smuovere il terreno ed esporre materiale ‘fresco’ appena sotto la superficie.

Ora il rover dovrà raccogliere dei campioni di terreno, agitarli all’interno di camere di trattamento dei campioni per ripulirle da eventuali impurità e poi scarterà per due volte i campioni. Al terzo campionamento, riporrà il contenuto in un vassoio di osservazione per l’ispezione da parte delle telecamere montate sulla torretta. Una parte del terzo campione verrà poi usata per lo strumento di identificazione chimica e mineralogia (Chemin). Un quarto campionamento servirà ancora a Chemin e ad un altro strumento di analisi (SAM), che identifica gli ingredienti chimici che compongono il materiale.

“Stiamo per catturare da vicino la distribuzione granulometrica del terreno, per essere sicuri che è quello che vogliamo”, ha detto Daniel Limonadi del JPL, capo ingegnere dei sistemi di campionamento di superficie. “Dovremo fare molta attenzione al primo campionamento su Marte.”

I cicli di ‘risciacquo-e-scarto’ servono a garantire l’eliminazione di eventuali residui di analisi precedenti, e si tratta di una pratica comune anche nei laboratori qui sulla Terra.

Joel Hurowitz, uno scienziato del sistema di campionamento, ha detto: “Vogliamo essere sicuri che il primo campione che analizzeremo sia in modo inequivocabile marziano.”

Il luogo in cui si trova ora Curiosity è stato battezzato Rocknest (nido di roccia). La zona molto spazio per scavare più volte ed effettuare quindi diversi campionamenti, visto che misura 2,5×5 metri. Diverse rocce vicine inoltre forniranno il materiale  di indagine per gli strumenti presenti sul braccio robotico di Curiosity durante le settimane in cui il rover resterà a Rocknest in questa prima ‘campagna di scavi’.

© RIPRODUZIONE RISERVATA