PASADENA, California – Dopo aver percorso una distanza pari a circa un campo da calcio e ormai lontano dal luogo dello sbarco, il rover tuttofare della NASA Curiosity si è preso una pausa di riflessione e passerà alcuni giorni a prepararsi per l’uso completo degli strumenti presenti sul suo braccio robotico.
Curiosity ha esteso il suo braccio robotico mercoledì, solo un assaggio delle attività di test che dureranno da 6 a 10 giorni per verificare la piena funzionalità di tutti gli strumenti presenti.
“Faremo muovere il braccio con una serie di movimenti prestabiliti e lo fermeremo in importanti posizioni di lavoro che sono state stabilite durante i test sulla Terra, come ad esempio le posizioni per l’immissione dei campioni di materiale in corrispondenza delle porte di ingresso degli strumenti di analisi,” ha detto Daniel Limonadi del NASA Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, in California, l’ingegnere capo dei sistemi di campionamento della superficie marziana. “Queste attività sono importanti per ottenere una migliore comprensione di come rispondono le diverse funzioni del braccio robotico dopo la lunga traversata nello spazio verso Marte e alle diverse temperature e gravità, rispetto ai precedenti test sulla Terra.”
I test dovranno anche accertarsi che il braccio sia in buono stato dopo la discesa. C’è infatti un brutto precedente, una delle sonde meteorologiche irreparabilmente danneggiata, forse a causa di una roccia sollevata dai retrorazzi durante le fasi finali della discesa sul suolo marziano.
Dal momento che Curiosity (il cui nome ufficiale è Mars Science Laboratory o MSL) è atterrato all’interno del cratere Gale lo scorso 5 agosto, ha già viaggiato per 109 metri. E’ facile capire che in condizioni così estreme e con un avanzamento semi automatico sul suolo marziano, il rover procede a passo di lumaca per evitare qualsiasi danno o problema al suo sistema di locomozione, una trazione integrale indipendente su tutte le sue 6 ruote.
“Sapevamo che a un certo punto avremmo avuto bisogno di fermarci e prenderci una settimana o giù di lì per queste attività di test,” ha detto Michael Watkins, il manager della missione al JPL. “Per questi controlli è necessario mettere il rover in una posizione particolare in relazione al sole e su una superficie pianeggiante. E alla fine abbiamo visto che alla fine dell’ultimo spostamento il rover si trovava in un posto perfetto per iniziare queste attività.”
Il lavoro da svolgere è abbastanza noioso, e si tratta di testare un trapano che serve a raccogliere campioni dalle rocce e dal suolo marziano per poi inserire il materiale estratto all’interno del rover, dove sono presenti due degli strumenti scientifici che analizzeranno la composizione chimica dei residui.
Altri test includono l’uso della torretta su cui è montato il Mars Hand Lens Imager, una sorta di macchina fotografica ad altissima risoluzione che servirà per fotografare particolari con un dettaglio micrometrico.
“Stiamo ancora imparando come utilizzare il rover. E’ una macchina complessa e la curva di apprendimento è ripida”, ha detto Joy Crisp, lo scienziato del progetto che ha costruito e che gestisce Curiosity.
Dopo queste attività di routine, Curiosity procederà per un altro paio di settimane verso est per raggiungere Glenelg. Il team scientifico ha scelto quella zona per effettuare la prima analisi della polvere raccolta da perforazione in una roccia.
La missione principale di Curiosity nei prossimi due anni su Marte è quella di verificare se nell’area selezionata ci siano tracce di sostanze che possano aver reso possibile la vita in passato.
Curiosity possiede la tecnologia più avanzata che sia mai andata su Marte ed è anche il rover più grande che sia mai sbarcato sul pianeta rosso.