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L’alba del pensiero. Puntata 19, il nostro caro illuminismo – un’introduzione

Scritto da Alba Fecchio il 11.02.2011

Alba del pensiero - rubrica settimanale di filosofia e natura

Buongiorno!

Oggi dobbiamo soffermarci rapidamente sul nuovo periodo storico che ci apprestiamo a raccontare, noto come Illuminismo.

La “filosofia dei lumi” ha come centro propulsore la Francia: lo scontro fra la borghesia in ascesa e le forze conservatrici, assunse nel 1700 caratteri particolarmente drammatici, sfociando, alla fine del secolo, nella Rivoluzione francese.

Di tale rivoluzione, l’Illuminismo fu il promotore par excellens e costituì una premessa teorica essenziale: i suoi stessi fondamenti si rifacevano all’empirismo inglese e a Newton per quanto riguarda le scienze.

L’idea guida dell’Illuminismo è la sovranità della ragione la cui forza critica deve illuminare la mente di tutti gli uomini, liberandola da pregiudizi e da superstizioni. L’Illuminismo si presenta come possibilità reale di riscatto per l’uomo il quale, grazie alla cultura e alla lotta politica attiva, ha la possibilità di elevare la sua condizione antecedente, caratterizzata dagli anni delle “tenebre” medievali.

Ovviamente al centro di questa istanza critica c’è l’idea di progresso: un continuo avvicendarsi di eventi storico-culturali nella storia verso un miglioramento progressivo. E’ logico che gli illuministi considerassero il passato in modo negativo, come una “preistoria” culturale, imparagonabile rispetto al presente.

Lo strumento del progresso è la cultura: la sua diffusione dipende principalmente dall’affrancamento del popolo che deve poco alla volta prendere coscienza dei propri diritti naturali. Cambia anche il modo di considerare la cultura stessa: non è più qualcosa di esoterico e di interesse solo degli specialisti, al contrario è un canale di scambio e di informazione che va sempre più allargato. Non a caso alcuni critici parlano di vera e propria politica culturale quando si rifanno all’Illuminismo: la diffusione delle idee è il suo scopo principale.

Cercherò di dare una panoramica più completa possibili degli autori che si avvicendano in questo periodo in Francia. Dalla settimana prossima prenderemo in considerazione poi gli illuministi Italiani e tedeschi.

Lo strumento principale di diffusione culturale fu fin dagli albori il dizionario e l’enciclopedia. In questo periodo ci furono vari autori che tentarono una classificazione nuova e più adeguata dal reale, chiamati genericamente gli “enciclopedisti”. Tra questi ricordiamo Pierre Bayle con il primo dizionario storico e critico, dove troviamo già dei punti saldi delle critiche illuministe come la condanna dell’ottimismo cartesiano e l’impossibilità di una conciliazione fra scienza e fede, che era stata una delle idee salde ad esempio di Leibniz se ricordate bene. Bayle, per contro, si limita a sostenere con vigore la tolleranza ideologica e la libertà di pensiero. Gli enciclopedisti più noti sono però Denis Diderot e Jean-Baptiste D’Alambert. L’intento dell’Encyclopédie era evidente: trovare un nesso fra applicazione scientifica e progresso sociale. Il metodo scientifico si rifaceva a Bacone e Newton resta l’interlocutore privilegiato per le scienze.

Altro grande filone di pensiero strettamente connesso all’Illuminismo francese è il cosiddetto sensismo. Iniziatore fu Condillac che parte dalla riflessione di Locke e Hume sulla conoscenza ,approdando però, ad una diversa conclusione: vale a dire che ogni conoscenza stessa, compresi gli atti della mente, deriva dal puro e semplice atto di sentire. La sensazione in questo modo sembra essere il principio unitario che spiega tutta la natura umana, esattamente come il principio newtoniano della gravità aveva spiegato l’universo fisico.

Il sensismo è evidente come aprisse la strada a soluzioni schiettamente materialistiche. Emerge una domanda lecita: la facoltà psichiche dell’uomo dipendono dalle condizioni corporee?

Se avessimo parlato con un sensista, la risposta sarebbe stata sì. L’uomo non differisce in questa prospettiva di ragionamento, in nessun modo rispetto all’animale, salvo per la maggior complessità del suo organismo e del suo cervello. E’ una perfetta macchina corporea, come tutti gli altri esseri naturali.

Claude-Adrien Helvetius è un altro noto studioso di questo periodo che propone tesi ancor più radicali:ogni uomo è completamente plasmato dall’ambiente esterno. In partenza tutti gli uomini sono uguali, ma sono l’educazione, l’esperienza che muteranno la loro condizione materiale e culturale. Ecco che l’unica via è quella di modificare le leggi e la forma dei governi per permettere all’uomo singolo di appropriarsi di se stesso e auto-realizzarsi.

La teoria sfocia subito nella polemica politica e nella critica sociale.

Questa premessa teorica di oggi era necessaria per comprendere la grandezza della svolta che l’Illuminismo ha rappresentato per l’Occidente. Non è un caso che gli esponenti dell’Illuminismo francese venissero cambiati Philosophes.

Parlare di illuminismo ripropone un’eterna questione: Un’Idea può cambiare il mondo?

Il film che vi propongo queste settimana è la Sposa Turca di Faith Akin.

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