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Orso marsicano: ecco il progetto per la gestione degli orsi confidenti

Scritto da Federica di Leonardo il 06.06.2012

Foto: Franco Cera

Il 7 maggio scorso si è svolto al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e  Molise (PNALM) un workshop internazionale sugli orsi confidenti. Gli orsi confidenti sono quegli orsi che perdono la naturale diffidenza verso gli uomini e i centri abitati o le strutture antropiche e anche l’orso bruno marsicano presenta questa problematica.

Il workshop, organizzato nell’ambito del progetto LIFE ARCTOS, aveva come scopo la discussione e l’approvazione di un apposito ” protocollo operativo sperimentale per la gestione  degli orsi confidenti”.
Il tavolo tecnico del LIFE l’ha discusso, approvato e inviato al Ministero dell’Ambiente.
Quest’ultimo chiederà parere all’ISPRA ( Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e se l’ISPRA darà parere positivo il Ministero dovrebbe autorizzare l’inizio delle azioni di prevenzione, comunicazione e dissuasione degli orsi confidenti.

Nel PNALM gli orsi posso diventare confidenti perchè i paesi sono piccoli e senza soluzione di continuità con zone selvagge del parco e per questo facilmente raggiungibili dagli orsi che vi trovano risorse alimentari con poco sforzo.

Spiega Luciano Sammarone del CTA (Coordinamento Territoriale per l’Ambiente) del Parco Nazionale “Gli orsi diventano confidenti nel momento in cui sanno che possono avere dei vantaggi dall’adottare un certo comportamento. L’ orso si avvicina all’uomo perchè ragiona con lo stomaco. Se trova cibo con meno fatica evidentemente per lui quella è una strategia vincente. E siccome ha una fenomenale memoria storica di dove mangia  mantiene per buona quella strategia.”
Ma come mai gli orsi entrano nei paesi? Può capitare che ci siano oscillazioni nella disponibilità di cibo o che le femmine coi cuccioli si trovino più vicino ai paesi, “ma è da chiarire”, spiega la dottoressa Cinzia Sulli, responsabile scientifico del Parco, “che gli orsi non entrano nei paesi perchè sono affamati”.
“Tra l’altro”, aggiunge Sammarone, “molti orsi passano sporadicamente dai paesi, ma solo alcuni diventano confidenti.”

Quanti sono gli orsi confidenti?

Attualmente nel Parco c’è un’orsa confidente, Gemma, che scorazza nei paesi da ormai 10 anni. “A causa dell’esiguo numero di orsi e di femmine non ci possiamo permettere di mettere Gemma in cattività perchè è ancora prolifica” ha spiegato Sammarone
“Un’altra, Forchetta, è probabilmente da considerare confidente” spiega Roberta Latini, biologa del Parco. “Forchetta purtroppo, si è abituata a tornare sui cumuli di carote che gli allevatori lasciano ad integrazione della dieta dei cavalli lasciati allo stato brado, tra l’altro con gravissimi rischi sanitari”.

Quali soluzioni?

Secondo Sammarone “l’orso è un animale estremamente intelligente e nel momento in cui si adottano delle procedure di prevenzione e dissuasione è importante che quelle procedure siano coerenti. Pensate ad un bambino che fa qualcosa di sbagliato e riceve due reazioni diverse dalla mamma e dal papà.”
Per questo il coordinamento fra le diverse parti in causa è estremamente importante e dal coordinamento dipende un salto di qualità anche per gestire bene le risorse.

“Coordinamento” spiega Sammarone “significa anche individuare delle proceduri comuni.”
Di qui, la stesura di un protocollo di intervento che tutti gli enti chiamati in causa dovranno condividere.
Il protocollo, che è stato scritto da PNALM, Università La Sapienza di Roma e CTA-CFS prevede tre ambiti di azione: la prevenzione, all’interno di questa la comunicazione, e la dissuasione.

La prevenzione

Per evitare che l’orso impari ad andare a mangiare nei paesi, PNALM e CFS hanno avviato un censimento, che si concluderà nei prossimi giorni, di tutte le risorse trofiche e strutture critiche, cioè di tutte quelle risorse di cibo occasionali che si trovano nei pressi dei paesi che possono fare “l’orso ladro”. Si tratta dei pollai, degli apiari, degli orti e degli alberi da frutto.
Molte di queste strutture sono già state messe in sicurezza e il WWF ha già distribuito un centinaio di recinti elettrificati per proteggere gli apiari.

Comunicazione: il passato e il futuro

Famosissimo e facilmente rintracciabile su youtube è il video dell’orso Gemma coi suoi cuccioli su un balcone a Scanno. Pochi sanno che dietro la telecamera di quel video c’era un centinaio di persone che aveva braccato l’orsa nel paese. L’orsa, non sapendo più dove scappare, si era rifugiata sul balcone nella speranza che la folla si dileguasse.
Non è raro infatti che i turisti, ma anche gli abitanti dei paesi, si appostino quando un orso comincia a frequentare abitualmente un paese e comincia così la caccia per una foto o un video. Da questo comportamento decisamente deprecabile, che mette tra l’altro a rischio l’incolumità delle persone (anche se, va precisato, non ci sono stati mai attacchi a persone da parte dell’orso, che è pur sempre un animale selvatico di grosse dimensioni), deriva che l’orso si  abitua pericolosamente alla presenza degli uomini perdendo la diffidenza nei loro confronti.  
Altro esempio deprecabile è quello del filmato realizzato nel novembre 2010 di una orsa con tre cuccioli che vengono inseguiti per due lunghi minuti da un auto lungo una strada del Parco. Prima della fine del video l’orsa torna indietro in direzione dell’auto. Il video fu mandato in onda sulle reti Rai ed è tutt’ora disponibile come video Rai su youtube.

“La comunicazione è una fase importante di questo protocollo e sarà una comunicazione in favore dell’orso: cioè cercheremo di far capire alle persone le problematiche legate alla conservazione di questo animale” ha detto Daniela D’Amico referente per la comunicazione del progetto LIFE per il PNALM.
“Dobbiamo far comprendere il valore dell’orso: la presenza di questo animale è vettore importante per la valorizzazione di tutte le altre risorse del territorio, il turismo e il commercio ad esso legato” spiega D’Amico
Per questo saranno organizzati incontri con gli amministratori del parco con particolare attenzione a quei luoghi più frequentati dagli orsi confidenti.
Saranno organizzati incontri  con la popolazione per spiegare i comportamenti più corretti  da adottare quando si incontra l’orso.
 Inoltre saranno utilizzati i Centri Visita già presenti sul territorio per creare dei Punti di Ascolto per le persone che hanno subito danni dall’orso: il personale dei centri di visita insieme ai guardiaparco e forestali saranno disponibili per ascoltare i problemi e proporre delle soluzioni  sulle problematiche legate all’orso. 
Inoltre il Parco si sta adoperando per organizzare filiere di promozione e distribuzione dei prodotti in modo da sostenere agricoltori e allevatori.

“In passato” conclude D’Amico “la comunicazione lavorava di emergenza e in maniera non costante. Ora vogliamo agire con costanza per assistere le popolazioni in maniera coordinata e far emergere il valore dell’orso.”

Dissuasione

Per tentare l’allontanamento di quegli orsi che potrebbero diventare confidenti e gestire quelli che già lo sono, nel LIFE è stata prevista la creazione di tre squadre di intervento specializzate. I componenti delle squadre, personale di sorveglianza del CFS e delle aree protette, hanno frequentato un corso di formazione.
Le squadre avranno il compito di monitorare i paesi nei periodi in cui gli orsi li frequentano più spesso. Se necessario, dovranno effettuare delle azioni di dissuasione: urla, esplosione di petardi e in ultimo la dissuasione con un fucile con proiettili di gomma.
 Perchè la dissuasione sia efficace le due orse confidenti dovranno essere catturate e radiocollarate. Questo sia per conoscere i loro spostamenti quando si avvicinano ai paesi, sia per misurare l’effetto delle diverse intensità di dissuasione sull’orso in modo da non spaventarlo più del necessario o troppo poco.
Per la cattura degli animali è necessaria l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente che è già stata richiesta con carattere d’urgenza. Appena gli orsi cominceranno ad entrare nei paesi, presumibilmente attorno al mese di luglio, le squadre entreranno in azione, le prime volte per tentare la cattura, quindi con l’ausilio del veterinario e del biologo del Parco.
I turni previsti per le squadre, essendo lunghi e prevedendo anche fasce orarie notturne e la reperibilità del personale, saranno molto costosi. Perciò le squadre entreranno in azione non appena l’intervento si renderà necessario, ma non prima.
Anche per le operazione di dissuasione sarà necessario un grande coordinamento: infatti non è possibile entrare nei paesi per svolgere questa operazione senza che il PNALM e il CFS si coordinino con le amministrazioni  e che la popolazione sia informata.

Intanto all’inizio di maggio era stato emanato il “divieto di allestire punti di alimentazione artificiale per animali domestici all’aperto, in prossimità di luoghi frequentati dagli orsi e di avvistamento degli stessi.
 L’avviso, è stato inviato a tutti i sindaci dell’area parco “con preghiera di massima diffusione” e con l’invito, a valutare l’opportunità di emettere loro stessi, apposita ordinanza per evitare la pratica dell’allestimento, in luoghi aperti, di fonti alimentari improprie che potrebbero fungere da attrattiva per gli orsi. Il Parco ha ricordato che il condizionamento degli animali selvatici è vietato dalla legge sulle aree protette e può essere sanzionato con un’ammenda fino a quasi 13 mila euro.
Prontamente Dino Rossi presidente dell’associazione degli allevatori ha dichiarato all’ANSA: “Ci dobbiamo organizzare con una credenza o qualcosa di simile per non incorrere in sanzioni o finire in carcere come spacciatori di carote per adescare gli orsi”, ha affermato tra il serio e il faceto il rappresentate abruzzese del Movimento dei Forconi.
“Ci sembra che con questo provvedimento si vogliano scaricare i problemi legati alla sopravvivenza dell’orso marsicano su chi lavora e produce e paga le tasse”. “Una cosa fuori da ogni logica anche perche’ se e’ vero, come e’ stato piu’ volte testimoniato, che l’orso frequenta i centri abitati, gli stessi provvedimenti restrittivi, forse, andrebbero indirizzati anche alle auto, le moto e i pullman che transitano sulle strade del Parco. Per non parlare dei fuochi pirotecnici.”

Il Parco con queste azioni coordinate spera di arginare il fenomeno degli orsi confidenti. Quando un orso diventa troppo problematico è necessario ridurlo in cattività: per una popolazione di soli 40 individui la perdita anche di un solo orso, soprattutto se femmina , rappresenterebbe un utleriore passo verso l’estinzione dell’animale simbolo del Parco nazionale.

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  • Stefano Orlandini scrive:

    ….concordo in pieno con il commento di Simonetta e conoscendo abbastanza bene il Life Arctos posso dire che alcuni interventi concreti sono stati effettuati (migliorie ed impianti nei ramneti)Le opere di prevenzione danni da orso sono altrettanto importanti per evitare “rappresaglie” letali per la specie ed altri come la chiusura delle strade forestali in ambienti critici per l’orso sembrano essere in dirittura d’arrivo specialmente grazie all’impegno del CTA Forestale del Parco e di Sammarone. Ma certo le questioni di fondo rimangono aperte , la latitanza della Regione Abruzzo e del Ministero dell’Ambiente nel prendere e difendere le necessarie misure (caccia in braccata, creazione e gestione delle “zone contigue”,rigida tutela dei corridoi di connessione con le altre zone protette, eventuale ampliamento Parco ad aree come quella del Monte Greco,blocco di TUTTI i progetti eolici particolarmente e fotovoltaici nell’area orso disegnata dal PATOM, blocco dell’ampliamento dei bacini sciistici nel PNALM e nel Sirente Velino)
    Insomma o pensiamo che l’orso ed il suo ambiente siano valori da tutelare e se ne accettano i modesti sacrifici che cio’ comporta oppure si abbia il coraggio di prendersi la responsabilita’di dire pubblicamente che l’orso ed il sistema dei Parchi della Regione Abruzzo non sono una priorita’a cui sacrificare nulla …

  • simonetta scrive:

    Grazie per questo bell’articolo ! importante per molti aspetti. Certamente una riflessione va fatta anche su una questione di fondo: sarebbe bene evidenziare le “azioni ” che sono state fatte con i finanziamenti stanziati e comunque disponibili per la salvaguardia dell’Orso secondo il progetto”LIFE ARCTOS”. Perche’ spendere tali risorse in modo cosi’ “indiretto” ? tutti in pubblicazioni, studi, conferenze, esperimenti e quant’altro… perche’ non impegnarsi unicamente a garantire loro il “loro” soazio selvaggio ed ogni possibile e compatibile aiuto di base …?Se trasformiamo questi animali in una “mera attrazione turistica” innanzi tutto si tradisce il mandato del progetto di salvaguardia dell’essere orso, cosi’ come e’ nella sua natura, e certamente di portera’ l’animale ad una forma di degenerazione (gia’ avvenuat per altre specie…anche umane… chi non conosce le “riserve” indiane d’America o le comunita’ tibetane oramai sotto il controllo cinese…) Insomma grazie a Federica per questo eccellente lavoro ! che si sviluppi una forma corretta di cultura della tutela, la tutela e’ un concetto astratto che si esemplifica nelle corrette azioni volte alla tutela degli elementi da proteggere , piu’ che allo sviluppo turistico. Tale rischio e’ sempre in agguato.