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Pro e contro la chiusura forzata delle scuole del 2020

Scritto da Leonardo Debbia il 07.03.2022

In Svizzera, la chiusura delle scuole nella primavera del 2020 a causa della pandemia da Covid-19, ha avuto sicuramente un effetto negativo sulla salute e sul benessere psicofisico di molti giovani; come è accaduto del resto un po’ ovunque, nel mondo.

E questo è un dato di fatto accertato.

Tuttavia, a fronte di questa constatazione, da alcuni studiosi dell’Università di Zurigo (UZH) è stato riscontrato un inatteso rovescio della medaglia: grazie, infatti, alla possibilità di potersi alzare più tardi, al mattino, molti adolescenti hanno riferito un miglioramento generale della salute e della qualità della loro vita.

Di un fenomeno del genere, anche se da un lato poteva esser previsto, ne andavano comunque analizzate le cause in dettaglio e a tal proposito si sono mossi alcuni studiosi che, a conclusione della ricerca svolta, sono giunti a consigliare che le giornate scolastiche avrebbero dovuto di certo impegnare la stessa quantità di tempo, ma distribuito su un arco temporale diverso.

Iniziando, ad esempio, più tardi, al mattino.

Per quanto riguarda la Svizzera, la prima ondata della pandemia di Covid-19 aveva portato alla chiusura di tutte le scuole a livello nazionale dal 13 marzo al 6 giugno 2020.

Secondo numerosi studi effettuati a livello nazionale, durante questo periodo di lockdown, tra i giovani erano stati registrati in aumento i sintomi di depressione e ansia, mentre soddisfazione e qualità della vita avevano subìto un calo significativo.

Anche dal punto di vista fisico gli studenti erano risultati meno attivi, dal momento che era stato più lungo il tempo trascorso dinanzi agli schermi dei computer.

Lo studio effettuato dall’Università di Zurigo ha dimostrato, però, l’altro effetto prodotto dalla sospensione dell’attività scolastica; un effetto tanto inaspettato quanto positivo: molti giovani avevano tratto un miglioramento della salute generale e del benessere.

In questo periodo di sospensione dell’attività scolastica, gli studenti hanno dormito mediamente 75 minuti in più al giorno”, afferma il co-autore dello studio Oskar Jenni, docente di pediatria dello sviluppo alla UZH. “La loro qualità di vita correlata alla salute è quindi migliorata in modo significativo e il loro consumo di alcool e caffeina è diminuito”.

La spiegazione è semplice: non essendo più costretti ad un orario determinato per recarsi a scuola, i giovani potevano alzarsi più tardi, al mattino, usufruendo di una certa quantità di sonno in più”.

Durante il lockdown, i ricercatori hanno condotto un sondaggio on line su 3664 studenti delle scuole superiori del Cantone di Zurigo, richiedendo informazioni sugli schemi di sonno seguiti e sulla qualità di vita.

Le risposte avute sono state poi confrontate con le risposte di un sondaggio del 2017, operato allo stesso modo su 5308 giovani studenti, ai quali erano state rivolte domande simili.

I risultati del confronto hanno mostrato peraltro che durante i tre mesi in cui erano rimaste chiuse le scuole per le vacanze estive, gli adolescenti si erano alzati mediamente 90 minuti dopo le ‘levatacce’ dei giorni di scuola, anche se comunque erano andati a letto 15 minuti più tardi.

L’intervallo di tempo dedicato al sonno, anche allora, era stato comunque di 75 minuti in più per notte.

Una conferma importante, che invece non aveva avuto esito analogo se si faceva riferimento ai fine settimana del periodo scolastico.

Sebbene il blocco delle lezioni abbia ovviamente portato ad un peggioramento della salute e del benessere di molti giovani, i nostri risultati rivelano un aspetto positivo della chiusura delle scuole; aspetto finora tenuto in scarsa considerazione”, ribadisce Jenni.

I deficit del sonno negli adolescenti possono portare a stanchezza generale, ansia e disturbi fisici, che a loro volta hanno un effetto dannoso sulle funzioni cognitive, quali concentrazione, memoria e attenzione, rendendo più difficile la vita quotidiana.

In Svizzera, come del resto negli altri Paesi sviluppati, l’inizio anticipato della giornata scolastica è in conflitto con le abitudini di sonno naturale e biologicamente determinate per gli adolescenti.

Poichè per andare a scuola ci si deve alzare presto ogni giorno, nel periodo scolastico molti adolescenti soffrono quindi di una cronica mancanza di sonno.

L’argomento, che è di interesse generale, è recentemente entrato nell’agenda politica in diversi Cantoni svizzeri.

I nostri risultati indicano chiaramente il vantaggio di iniziare la scuola più tardi la mattina, in modo che i giovani possano dormire di più” dice Jenni, che ipotizza effetti ancora più positivi sulla salute e sulla qualità della vita correlata, qualora non ci fossero stati gli effetti negativi della pandemia sulla salute mentale.

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