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Birka, Svezia. Scavi confermano l’importanza della città in epoca vichinga

Scritto da Leonardo Debbia il 31.01.2017

Fondata verso la metà dell’VIII secolo, l’antica città di Birka, situata sull’isola di Bjiorko, nel lago Malaren, a soli 40 chilometri da Stoccolma, fu quasi sicuramente il più antico insediamento vichingo in Svezia e rivestì un’importanza fondamentale nel mondo altomedievale, dal momento che fu un notevole punto d’incontro per gli scambi commerciali tra il mondo scandinavo e l’Impero bizantino.

Delle sue origini e della sua storia non disponiamo, tuttavia, che di fonti archeologiche.

Le fonti scritte sono, fondamentalmente, soltanto due documenti di ecclesiastici tedeschi, che usarono, per la stesura, la lingua latina.

Non esistono, invece, documentazioni scritte nella lingua locale, il norreno.

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Scavi archeologici a Birka in una precedente ricognizione (foto: Jurek Holzer / SVD / TT)

Dai due monaci apprendiamo che Birka dovette la sua importanza a due caratteristiche  fondamentali: la presenza di un porto e, dall’831 d.C. in avanti, il fatto di essere stata la sede della prima congregazione cristiana di Svezia, una comunità fondata dal vescovo Ansgar e amministrata da un funzionario reale, tale Herigar, che governava la città per conto del re.

Dal 960 in poi, le tracce dell’antica città si perdono, forse a causa di un cambiamento climatico che produsse l’interramento del porto, isolandola dal Mar Baltico.

E così, nel corso dei secoli, andò perso anche il ricordo della reale ubicazione.

Per molto tempo furono formulate, senza esito, varie ipotesi su dove potesse essere sorta la città che era stata sede del funzionario reale Herigar.

Soltanto nel 1871, in maniera del tutto fortuita, furono trovate delle tracce che fecero pensare all’esistenza di un antico borgo nella parte settentrionale dell’isola di Bjorko.

Eseguiti gli opportuni scavi, furono riportati alla luce resti di edifici e sepolture databili all’VIII secolo.

Nella primavera dello scorso anno fu individuato un certo numero di terrazze che potevano essere attribuite alla dimora di Herigar, ma solo nel mese di settembre fu provveduto a rilievi geofisici del terreno con radar ad alta risoluzione.

Ebbe inizio allora una nuova indagine, tutta svedese, da parte dei ricercatori del Centro per l’Archeologia baltica e scandinava, il Laboratorio di Ricerca archeologica e il Museo di Stoccolma, da cui sono emersi ora nuovi risultati che forniscono la prova della collocazione di Birka nella baia di Korshamm, al di fuori dei bastioni dell’antica città.

Korshamm è una delle principali baie dell’isola di Bjorko, situata al di fuori dei confini della città di Birka, ma punto ideale per la costruzione di un porto vichingo.

I risultati degli esami effettuati saranno pubblicati sulla rivista Archaeologisches Korrespondenzblatt.

I rilievi geofisici hanno rivelato l’esistenza di una sala ipogea di 40 metri di lunghezza che, dall’esame del terreno, è risultata databile posteriormente all’ 810 d.C.

Da questa sala si accede ad una grande area recintata che si estende verso il bacino del porto.

L’ampiezza della sala fa pensare che potesse essere appartenuta ad una persona influente, di rango elevato, probabilmente allo stesso Herigar.

I ricercatori sono portati a credere che l’ampia area collegata alla sala fosse con ogni probabilità adibita alla pratica dei riti cristiani; una sorta di chiesa.

“Questo tipo di struttura è tipica dell’epoca vichinga ed è stata identificata in altri siti della Scandinavia meridionale, ad esempio a Tisso e Ljre, in Danimarca. Queste zone erano quasi certamente destinate ad attività religiose”, conferma Johan Runer, archeologo presso il Museo di Stoccolma.

Durante la ricerca è stato identificato anche un edificio antecedente all’epoca vichinga, una dimora signorile appartenente all’Era di Vendel (550-793), anteriore quindi alla fondazione della città di Birka.

Nella storia della Svezia, con ‘Era di Vendel’ si identifica il periodo che collega l’Età delle migrazioni all’epoca vichinga, un periodo in cui le popolazioni indigene, con l’inizio delle esplorazioni delle vie d’acqua a loro più vicine (odierna Russia), uscirono dalla fase preistorica.

Entrambi gli edifici individuati e il loro uso continuo dall’Era di Vendel all’Età Vichinga testimoniano una ‘proprietà ancestrale’ del funzionario reale di Birka, Herigar, come è stato anche riportato dal monaco Rimbert nel suo ‘Vita Anskarii’ (o Vita di Ansgar), il documento scritto in latino, già precedentemente citato.

Rimbert racconta che Herigar fu convertito al cristianesimo da Ansgar, arcivescovo di Amburgo-Brema, nel corso della sua prima missione, attorno all’830 d.C. e costruì la prima chiesa sulla sua terra.

“Le nostre scoperte non intendono che confermare il ruolo assunto dalla città di Birka, la sua amministrazione reale e la prima missione cristiana in Scandinavia”, tende a sottolineare Sven Kalmring, ricercatore presso il Centro per l’Archeologia baltica e scandinava.

“I risultati mettono però in evidenza i vantaggi dell’uso di indagini geofisiche non invasive per la rilevazione delle caratteristiche archeologiche e, ancora una volta, intendono dimostrare di essere uno strumento prezioso per documentare quanto rimane dell’Età del ferro in Scandinavia”, ribadisce Andreas Viberg, ricercatore presso il Laboratorio di Ricerca archeologica all’Università di Stoccolma.

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