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Uccellino fossile di 127 milioni di anni getta una luce sull’evoluzione degli uccelli

Scritto da Leonardo Debbia il 12.03.2018

Il minuscolo fossile di un uccellino preistorico sta aiutando gli scienziati a capire come le prime specie di avifauna poterono svilupparsi nell’Era dei dinosauri.

Il fossile, che risale all’era mesozoica (250-65 milioni di anni fa) è un pulcino di un gruppo di uccelli chiamato Enantiornithes, la maggior parte dei quali aveva denti e dita artigliate su ogni ala, ma assomigliava agli uccelli attuali.

A sinistra: mappatura del fosforo; a destra: foro del fossile (crediti: Dr Fabien Knoll)

A sinistra: mappatura del fosforo; a destra: foro del fossile (crediti: Dr Fabien Knoll)

Costituito da uno scheletro quasi completo, l’esemplare, di lunghezza inferiore a cinque centimetri – praticamente, più piccolo del mignolo di una mano umana – e un peso che, da vivo, doveva aggirarsi sui 10 grammi, è tra i fossili aviari mesozoici più piccoli mai scoperti.

Quello che rende tanto importante, quasi unico, questo fossile è il fatto che sia morto poco dopo la sua nascita.

Questa primissima parte della vita è una fase critica nella formazione dello scheletro di un uccello e questo significa che questo uccello sta offrendo ai ricercatori una rara possibilità di analizzare la struttura e lo sviluppo osseo della specie cui apparteneva.

Secondo i ricercatori, studiare e analizzare l’ossificazione, cioè il processo di sviluppo delle ossa, può spiegare molto sulla vita di un giovane uccello; può aiutare a capire se avesse potuto alzarsi in volo, se avesse avuto bisogno, dopo la schiusa, di vivere con i genitori oppure fosse stato in grado di sopravvivere da solo.

L’autore leader dello studio, Fabien Knoll, dell’International centre for ancient life (ICAL) della Scuola di Scienze della Terra e dell’Ambiente presso l’Università di Manchester, spiega: “La diversificazione evolutiva degli uccelli ha portato ad una vasta gamma di strategie di sviluppo dell’ embrione e importanti differenze nei loro tassi di crescita. Analizzando lo sviluppo osseo, possiamo osservare tutta una serie di tratti evolutivi”.

Essendo il fossile così piccolo, il team ha utilizzato la tecnica synchroton radiation per visualizzare il minuscolo campione a livello ‘submicron’, osservando le microstrutture delle ossa nei dettagli estremi.

“Le nuove tecnologie offrono ai paleontologi capacità senza precedenti per indagare su fossili che non esitiamo a definire ‘provocanti’”, afferma Noll. “Qui abbiamo utilizzato il top delle strutture all’avanguardia in tutto il mondo, inclusi tre sincrotoni diversi in Francia, Regno Unito e Stati Uniti”.

I ricercatori hanno scoperto che lo sterno del pulcino era ancora in gran parte costituito da cartilagine e non si era ancora sviluppato in osso duro e solido quando è morto, il che significa che non sarebbe stato in grado di volare.

Gli schemi di ossificazione osservati in questo e negli altri uccelli piccolissimi enantiornitini noti fino ad oggi suggeriscono anche che le strategie di sviluppo di questo particolare gruppo di aviari antichi potrebbero essere state più differenti di quanto si pensasse fino ad oggi.

Il team ritiene anche che la mancanza di sviluppo osseo non significa necessariamente che il piccolo sia stato troppo dipendente dai genitori per la cura e l’alimentazione, una caratteristica nota come ‘altrizionale’.

Alla nascita, le specie moderne, come, per fare un esempio, i pappagallini ‘inseparabili’ (Agarponis), sono molto dipendenti dai genitori.

Altri invece, come i polli, sono altamente indipendenti, caratteristica nota come ‘precociale’.

“Questa nuova scoperta ci permette di sbirciare nel mondo degli uccelli antichi vissuti durante l’Era dei dinosauri. “, dice Luis Chiappe, del Museo di Storia Naturale di Los Angeles e co-autore dello studio. “E’ sorprendente rendersi conto di quante delle caratteristiche che possiamo osservare negli uccelli viventi oggi fossero già state sviluppate più di 100 milioni di anni fa”.

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