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Siria, continuano i duri scontri ad Aleppo tra militari e ribelli

Scritto da Chiara Pane il 27.07.2012

Manifestanti sirianiDurissimi scontri in Siria sin dalle prime ore del mattino. La città di Aleppo è accerchiata da elicotteri e carri armati. Si teme una carneficina. Intanto il vertice italo – egiziano ribadisce con forza la necessità di raggiungere al più presto una “soluzione politica”, attraverso un governo di transizione che “metta fine alla tragedia”.

L’agenzia Reuters attesta che le forze militari fedeli a Bashar al-Assad tengono sotto assedio la città di Aleppo, a nord della Sira, ormai da una settimana. Aleppo è la città più popolosa della Siria, con 1.900.000 abitanti, supera di 230.000 unità la capitale Damasco. Nel 2006 la città è stata eletta Capitale culturale del mondo islamico. Per di più, la città è iscritta nell’elenco dei patrimoni culturali dell’umanità sin dal 1986. Le preoccupazioni dell’Unesco diventano ogni giorno più forti, a rischio c’è un patrimonio unico al mondo, costruito nei millenni trascorsi.

I bombardamenti sono ripresi oggi sia via terra, sia per via aerea, con i numerosi elicotteri che sovrastano la zona. Inoltre, il dipartimento di Stato americano ha lanciato l’allarme, poiché schiere di carri armati continuano ad arrivare nella città ed in volo ci sono aerei da combattimento. L’allerta è massima e ci si aspetta un’inaudita escalation di violenza contro gli oppositori del regime. Nel frattempo i ribelli stanno mirando ad un attacco ai posti di blocco dell’esercito, ma per adesso lo scontro diretto è stato volutamente evitato.

Oggi è arrivata anche la notizia della fuga di una parlamentare siriana, Ikhlas al-Badawi, che ha raggiunto la Turchia qualche ora fa. La donna rappresenta proprio la provincia di Aleppo. Il suo commento è chiaro e conciso: “Ho attraversato la Turchia e ho disertato questa regime tirannico a causa della repressione e della tortura barbara contro una nazione che chiede un minimo di diritti”.

Ieri si è invece concluso l’incontro fra il nostro ministro degli esteri Giulio Terzi e il nuovo presidente egiziano Mohammed Morsi. I due concordano sull’esigenza di un governo di transizione che stabilizzi la pace, ma sono contro un intervento armato. La loro posizione è appoggiata anche dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, che da Sarajevo, ha ribadito che alle Nazioni Unite non è in discussione nessuna ipotesi d’ intervento militare.

Contraria alla guerra anche la presidente brasiliana Dilma Rousseff, che a Londra ha incontrato il premier britannico David Cameron, precisando la sua ostilità ad un intervento armato in Sira per paura della creazione di “una situazione simile a quelle dell’Iraq e dell’Afghanistan”.

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