Gaianews

Autismo, differenze nello sviluppo del cervello già dopo 6 mesi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 18.02.2012

Autismo(approfondimento) Una ricerca finanziata dall’associazione americana Autism Speaks (L’autismo parla), ha scoperto che le immagini dell’attività cerebrale dei neonati mostrano i segni dell’autismo e potrebbero portare a identificare i soggetti a rischio prima che i sintomi comportamentali inizino ad essere eclatanti.

I cambiamenti nello sviluppo del cervello alla base dei disturbi dello spettro autistico (DSA) possono essere dunque rilevabili nei bambini di età inferiore ai 6 mesi, secondo la ricerca riportata ieri online sull’American Journal of Psychiatry. Mentre i comportamenti fondamentali associati con la DSA (la compromissione della comunicazione sociale e i comportamenti ripetitivi) tendono ad essere evidenti solo dopo il primo anno di età, i ricercatori hanno trovato chiare differenze nei percorsi del cervello che riguardano la comunicazione già a 6 mesi, nei bambini che successivamente ricevono una diagnosi definitiva di autismo.

L’autore senior dello studio Joe Piven, direttore della University of North Carolina di Carolina Institute for Developmental Disabilities a Chapel Hill e i suoi colleghi hanno studiato lo sviluppo cerebrale precoce attraverso la tomografia funzionale e il comportamento in 92 neonati. Questi bambini avevano fratelli maggiori nello spettro autistico e, quindi, erano a rischio elevato di sviluppare l’autismo essi stessi.

“Questi risultati offrono la promettente speranza che un giorno potremo essere in grado di identificare i neonati a rischio di autismo prima che i sintomi comportamentali siano presenti”, spiega il coautore dello studio Geri Dawson, primo ufficiale scientifico di Autism Speaks. “L’obiettivo”, aggiunge, “è quello di intervenire il più presto possibile per prevenire o ridurre l’insorgenza di sintomi invalidanti.” Una promettente area di ricerca è quella che identifica gli specifici meccanismi genetici e biologici che stanno dietro le differenze osservate nello sviluppo del cervello.

Nella loro relazione, i ricercatori usano una tecnologia di risonanza magnetica per valutare il cervello dei neonati a 6 mesi, 1 anno e 2 anni di età. Questo ha permesso loro di creare immagini tridimensionali che mostrano le variazioni nel tempo in ogni bambino della “materia bianca”. La sostanza bianca rappresenta la parte del cervello che è particolarmente ricca di fibre nervose che formano i percorsi di informazione più importanti tra le differenti regioni del cervello.

I 28 bambini che sono andati a sviluppare una sindrome DSA ha mostrato un diverso sviluppo della sostanza bianca per 12 dei 15 percorsi cerebrali principali studiati, rispetto ai 64 bambini che non hanno sviluppato una DSA. A 6 mesi, non vi era prova che i tratti di fibre della materia bianca erano diverse nei bambini che successivamente hanno sviluppato una DSA rispetto a quelle dei neonati che non hanno sviluppato la DSA, e col tempo sembra che vi sia stato un rallentamento nello sviluppo della sostanza bianca.

Queste differenze di sviluppo potrebbero essere alla base del più lento sviluppo della sostanza bianca durante la prima infanzia, quando il cervello sta creando o rafforzando le connessioni che gli permetteranno di funzionare regolarmente.

“E’ troppo presto per dire se le tecniche di brain imaging utilizzate nello studio saranno utili a identificare i bambini a rischio di una DSA nella prima infanzia”, ​​dice Piven. “Ma i risultati potrebbero guidare allo sviluppo di migliori strumenti per predire il rischio che un bambino sviluppi l’autismo e, forse, tentare future terapie di intervento precoce, per migliorare la biologia di base del cervello.” Ad oggi non esistono terapie simili perché la diagnosi precoce dell’autismo è ancora impossibile.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA