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Ricercatori italiani scoprono meccanismo per bloccare le cellule tumorali

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.08.2012

Cancro
I ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano hanno scoperto qual è il segreto di lunga vita delle cellule tumorali: segreto che le fa restare in vita molto più a lungo delle cellule sane. Sono già allo studio nuove terapie che utilizzino questa scoperta per bloccare le cellule tumorali e provocarne la morte, ma saranno necessari alcuni anni prima che ci siano applicazioni cliniche.

Ciò che i ricercatori di Milano hanno scoperto è l’esistenza della proteina chiamata DBC1 che è in grado di riattivare il meccanismo che porterebbe le cellule tumorali a morire.
Le cellule tumorali sono infatti mantenute sempre giovani dall’azione di un’altra proteina chiamata SIRT1.

La ricerca italiana è riuscita a dimostrare l’effetto della prima molecola sulla seconda. Perciò gli scienziati stanno già cercando nuovi modi che consentano di aumentare il livello della prima proteina nel corpo.

Ma le applicazioni di questa scoperta non si fermano qui: infatti SIRT1 ha un ruolo fondamentale anche per la regolazione del metabolismo dell’invecchiamento, perciò lo studio potrebbe avere applicazioni anche nello studio dell’invecchiamento cellulare e nei problemi del metabolismo, come l’obesità e il diabete.
La ricerca è pubblicata oggi su Journal of Molecular Cell Biology.

Se il DNA nelle cellule umane è gravemente alterato si attiva l’apoptosi, ossia la morte della cellula, grazie all’azione di una proteina chiamata p53, “guardiano del genoma”. Grazie a questa molecola le cellule sono spinte a morire.
Questo meccanismo è fondamentale perchè cellule con il DNA danneggiato possono trasformarsi facilmente in cellule tumorali.
Quando si attiva un tumore è attivo questo meccanismo insieme con la proteina SIRT1, che evita l’attivazione di p53 e favorisce il riprodursi delle cellule tumorali.
Lo squilibrio tra i valori di DBC1 e SIRT1 all’interno delle cellule tumorali era un fenomeno già noto.
Ciò che non era conosciuto era il tipo di rapporto che lega queste due proteine.
I ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori per dimostrare che i valori di queste due proteine sono vincolate da un rapporto di causa ed effetto hanno aumentato artificialmente il livello di DBC1 in cellule del tumore mammario. Conseguenza di questa variazione è stata una diminuzione di SIRT1.

Alla riduzione di questa proteina è corrisposto un aumento di p53 e si è intensificato di molto il fenomeno di morte programmata delle cellule tumorali.
Sulla base dei risultati di questo studio i ricercatori hanno anche compreso perché nei tessuti di tumori del seno e dello stomaco dalla prognosi particolarmente infausta si registrano valori alterati di DBC1 e SIRT1: come detto, un livello limitato del primo consente un’elevata presenza di quest’ultima proteina e quindi, purtroppo, una lunga vita e azione delle cellule del tumore.

Sottolinea Domenico Delia, responsabile della Struttura meccanismi molecolari di controllo del ciclo cellulare dell’Istituto Nazionale dei Tumori: “La nostra ricerca ha studiato la presenza di queste proteine e come interagiscono tra loro nei tessuti del tumore del seno, tuttavia queste molecole sono presenti e coinvolte nel ciclo vitale di tutte le cellule e questo implica che i risultati di questa
ricerca sono applicabili a diverse forme di cancro. Si aprono quindi importanti prospettive di ricerca: possiamo studiare nuove strategie terapeutiche che aumentino la presenza nell’organismo e nei tessuti del tumore di DBC1, contrastando così l’azione di ringiovanitrice di SIRT1 e spingendo al suicidio le cellule tumorali”.

“E’ importante precisare – continua Delia – che si tratta ancora di una scoperta effettuata in laboratorio e che prima di avere un applicazione clinica di questo meccanismo saranno necessari alcuni anni”.

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