Sezione del cervelletto del nuovo modello murino nella quale è visibile, nella zona esterna dei due lobi, una lesione diffusa contenente precursori
neuronali (marcati in verde) preneoplastici e neoplastici.
. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Neuroscience.
I ricercatori hanno svolto i loro esperimenti su modelli murini scoprendo che la trasformazione delle cellule cosiddette progenitrici dei neuroni del cervelletto, trasformazione dalla quale nasce la neoplasia, è in relazione con una chemiochina che regola la migrazione dei progenitori neuronali. “Avevamo già scoperto che un particolare gene, Tis21, funziona come soppressore del medulloblastoma, una delle più frequenti neoplasie infantili, ma non conoscevamo il meccanismo molecolare di questa sua funzione”, spiega Felice Tirone dell’Ibcn-Cnr, che ha guidato la ricerca in collaborazione con Stefano Farioli, Laura Micheli, Luca Leonardi, Irene Cinà, Manuela Ceccarelli e Sebastiano Cavallaro. “Abbiamo quindi inattivato Tis21 in una linea di topi che sviluppa il medulloblastoma spontaneamente, ma con frequenza molto bassa, per generare una linea in cui la neoplasia si manifestasse nella gran parte della prole. Analizzando il cervelletto, dove abbiamo trovato un rilevante numero di lesioni neoplastiche di grosse dimensioni, abbiamo scoperto che i precursori delle cellule neuronali avevano perduto la capacità di muoversi dalla superficie di questa parte del cervello. In un topo normale infatti queste cellule, durante le prime fasi dello sviluppo postnatale, migrano dalla superficie verso l’interno, dove smettono di proliferare e differenziano in neuroni ‘maturi’. Se la migrazione è inibita, i precursori neuronali rimangono invece sulla superficie, dove continuano a proliferare andando incontro alla trasformazione neoplastica”. I ricercatori hanno scoperto poi che la chemiochina Cxcl3, una piccola proteina, ha la funzione di regolare la naturale migrazione dei neuroni del cervelletto. “Dal punto di vista delle applicazioni”, conclude Tirone, “il nostro risultato più interessante è la scoperta che, trattando con Cxcl3 sezioni di cervelletto prelevato da topi con medulloblastoma, è possibile tornare a stimolare la migrazione dei precursori neuronali, anche di quelli in stadio pre-neoplastico, ottenendo così di ridurre l’estensione delle lesioni tumorali. C’è naturalmente ancora molto lavoro da fare, ma certo questi risultati aprono nuove e importanti prospettive terapeutiche”.