Nei campi della nanofotonica e dell’ottica ultraveloce è stata scoperta la possibilità di indirizzare dove si rendano utili gli impulsi di luce emessi dalle sorgenti luminose convenzionali, le cosiddette luci incoerenti.
La realizzazione dell’importante scoperta si deve a un team di ricercatori dei Sandia National Laboratories facenti capo al Dipartimnto dell’Energia negli Stati Uniti, che ha dimostrato di poter guidare gli impulsi luminosi convenzionali a seconda delle esigenze.
Le implicazioni derivanti da questa ‘manipolazione‘ della luce sono molteplici e poco costose.
Questa capacità di controllare la luce, infatti, che utilizza un dispositivo a semiconduttore, potrebbe consentire a sorgenti di bassa potenza e relativamente economiche, quali i LED o le lampadine per torce, di sostituire raggi laser più potenti, impiegandoli in tecnologie avanzate, quali ologrammi, telerilevamento e comunicazione ad alta velocità.
“Abbiamo sperimentato che si può guidare un raggio di luce incoerente” sostiene con soddisfazione Prasad Iyer, scienziato del Sandia e principale autore della ricerca i cui risultati sono stati pubblicati sulla rvista Nature Photonics.
La luce incoerente è quella che viene emessa da molte fonti comuni, come una vecchia lampadina a incandescenza o una lampadina a LED; è chiamata ‘incoerente’ perchè i fotoni vengono emessi in modo casuale e con diverse lunghezze d’onda, differenziandosi quindi dalla luce laser i cui fotoni hanno tutti la stessa fase e la stessa frequenza e perciò viene definita luce coerente.
Senza addentrarci nei dettagli specifici della sperimentazione, ricordiamo solo che i ricercatori, servendosi di blocchi di semiconduttori, sono riusciti a deviare fasci di luce incoerente secondo angoli di riflessione stabiliti, proprio come si trattasse di luce laser.
Così, un’impresa giudicata impossibile fino a qualche tempo fa è stata oggi realizzata, aprendo una strada a molteplici campi di applicazione con il solo utilizzo di sorgenti di luce incoerente.