E’ stata considerata la più antica pittura rupestre mai scoperta fino ad oggi: si tratta di un dipinto di alcuni maiali su una parete di una grotta in Indonesia.
Ne ha dato notizia, la settimana scorsa, la rivista Science Advances.
Raffigurazione rupestre di alcuni maiali nella grotta di Leang Tedongne dell’isola di Sulawesi, Indonesia. (crediti: Science Advandes)
La datazione di questa raffigurazione la farebbe risalire a circa 45.500 anni fa, ma Maxime Aubert, professore di Scienze archeologiche della Griffith University, in Australia, ritiene che
possa essere ancora più antica, da far risalire addirittura a 60mila anni fa.
Ovviamente, saranno necessarie ulteriori indagini per acquistare una certezza maggiore; ma,
fino ad oggi, per una pittura rupestre si tratterebbe comunque dell’età minima più antica finora accertata.
Il sistema di grotte dove è stata individuata l’opera si trova sull’isola di Sulawesi, in Indonesia, dove archeologi e ricercatori stanno conducendo campagne di scavi e indagini fino dagli anni ’70 del secolo scorso.
Sono centinaia le immagini rinvenute in queste grotte, ma questa della grotta di Leang Tedongne appare essere la più antica in assoluto. L’attribuzione è stata fatta mediante la misurazione del rapporto tra uranio e torio del dipinto. Come noto, misurando il decadimento di uranio radioattivo in torio è possibile stabilire il limite minimo di tempo della sua realizzazione.
Quest’ opera fu scoperta da Basran Burhan, un archeologo della Hasanuddin University di Giacarta, che ha poi collaborato allo studio che ne scaturì. Si tratta, sostanzialmente, della raffigurazione di quattro maiali o cinghiali di Celebes (Sus celebensis), animali tuttora viventi nelle isole indonesiane.
E’ stato ipotizzato che la trasposizione sulla roccia potrebbe forse indicarne la fondamentale importanza rivestita nell’alimentazione degli antichi abitatori dell’isola.
Un esemplare soltanto risulta intero, mentre degli altre tre sono presenti solo parti o risultano comunque danneggiati.
Curiosamente, sulla sinistra del dipinto si notano le impronte di due mani umane, una sorta di autografo dell’artista di un tempo.
E a questo proposito, serve fare un inciso.
Lo studio delle impronte di mani lasciate sui dipinti preistorici è già da tempo oggetto di studi.
Lo scorso anno alcuni ricercatori dell’Università di Granada, in Spagna, presero a studiare le impronte digitali preistoriche rilevate su una pittura in una grotta a Los Machos, in Spagna.
Lo scopo era di poter determinare l’età e il sesso degli autori,
Per questo furono analizzate 32 figure e i risultati furono poi pubblicati sulla rivista Antiquity.
Gli studiosi riuscirono ad individuare un autore maschio di età superiore a 36 anni e una giovane donna o un adolescente; entrambi riferibili a 7000-5000 anni fa.
A queste impronte è stato dato il nome di paleodermatoglifi e non è stato individuato un particolare ruolo sociale che caratterizzasse l’autore. In altre parole, sono forse da considerarsi libere espressioni di qualche talento ante litteram.
Senza entrare nei dettagli dei procedimenti analitici messi in atto, si può comprendere come sia stato possibile acquisire dati maggiori per capire meglio se le pitture rupestri possano ritenersi espressioni individuali estemporanee oppure espressioni a scopo rituale di gruppi della comunità.
In ogni caso, l’Indonesia si conferma terra di particolare ricchezza, forse la culla, delle pitture rupestri preistoriche.
Figure rupestri del sito di Los Machos (Spagna). I ricercatori sono riusciti a rilevare i dettagli delle impronte digitali (crediti: Antiquity)
Poco più di un anno fa la rivista Nature metteva in evidenza il ritrovamento (sempre sull’isola di Sulawesi) da parte di una équipe di archeologi della Griffith University di particolari figure, in parte umane e in parte animali, chiamate teriantropi.
Si tratterebbe, a detta degli studiosi, della più antica documentazione pittorica e del primo esempio di arte figurativa, attribuibili ad almeno 44mila anni fa.
La datazione è stata fatta da ricercatori dell’Università del Queensland (Australia) con il metodo del decadimento radioattivo dell’uranio, che avrebbe dato risultati riferibili ad un’età compresa tra i 35.100 e i 43.900 anni fa.
Il sito, la grotta del Sipong 4 di Leang Bulu, era stato scoperto nel 2017 nel sud di Sulawesi e presenta figure di cacciatori con corpi umani e teste di animali, quali uccelli, rettili o altre specie endemiche dell’isola, nell’atto di uccidere o catturare sei mammiferi: due maiali e quattro bufali nani, noti anche come anoa. Alcune di queste figure sembrano utilizzare lunghe corde.
Il fatto che la raffigurazione fosse così dettagliata e ottimamente conservata fecero di questo ritrovamento uno dei più importanti esempi di arte rupestre mai rinvenuto prima.
Uno dei dipinti del sito Sipong 4 di Leang Bulu di Sulawesi (fonte: ARCHE)
“Le immagini dei teriantropi del Sipong 4 di Leang Bulu possono anche rappresentare la prima prova della nostra capacità di concepire cose che non esistono nel mondo naturale, un concetto di base delle religioni moderne”, dichiarò allora Adam Brumm, docente dell’Australian Research Centre for Human Evolution (ARCHE).
Anche in base a queste considerazioni si può senza dubbio affermare che l’Indonesia è da considerarsi uno dei luoghi più importanti da studiare, non solo per comprendere l’inizio dell’arte rupestre ma, più in generale, l’evoluzione dello stesso pensiero umano.