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Arte rupestre: in Indonesia antica come in Europa

Scritto da Leonardo Debbia il 18.10.2014

Risalgono a circa 40mila anni fa le incisioni rinvenute sulle pareti delle grotte che in varie parti d’Europa testimoniano la nascita delle prime forme di espressività artistica dei nostri antenati.

Ora, sembra che il Vecchio Continente non sia più l’unico depositario delle prime pitture rupestri.

La datazione di alcune di queste espressioni primitive scoperte nelle caverne dell’isola di Sulawesi, in Indonesia, sono state ritenute quasi coeve di quelle degli antichi europei: impronte di mani che risalirebbero a 40mila anni fa e raffigurazioni di animali di 35mila; facendo ipotizzare che probabilmente i primi esseri umani usciti dall’Africa avessero già raggiunto un buon livello di espressività.

L’età di queste pitture rupestri è stata calcolata dagli studiosi dell’Università di Wollongong e di Canberra, in Australia che, insieme ad altri ricercatori del Centro nazionale di archeologia di Jakarta, in Indonesia, hanno pubblicato lo studio relativo sulla rivista Nature.

Le raffigurazioni più antiche in assoluto (40mila anni fa) restano le impronte di mani sulle pareti delle grotte, realizzate con tutta probabilità spruzzando della polvere di ocra sulle mani che si appoggiavano alla roccia.

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Impronte di mani e raffigurazione di un animale sulla parete di una grotta nell’isola di Sulawesi, Indonesia (foto: Maxime Aubert, Griffith University, Australia)

La scoperta di queste raffigurazioni nelle grotte vicine alla città di Maros, nella parte meridionale dell’isola, non è recente, ma risale addirittura agli anni Cinquanta. Soltanto che, in virtù della rapidità di erosione cui era sottoposto il calcare delle pareti delle grotte, non si era mai proceduto alla loro datazione con metodi scientifici, ritenendole non più antiche di 10mila anni.

L’archeologo canadese Maxime Aubert, della Griffith University, in Australia, ha utilizzato il metodo del decadimento dell’uranio radioattivo, scoprendo che l’età di 14 graffiti sulle pareti di sette grotte dell’area oscillava da circa 40mila anni a 17.400 anni fa.

In Europa si sono rinvenute impronte simili alle ‘mani’ di Maros nelle grotte del El Castillo, in Spagna, datate 40.800 anni fa; di Gorham, Gibilterra (39mila anni fa) e Fumane, nelle vicinanze di Verona (41.000-36.000 anni fa).

Riguardo le raffigurazioni di animali, a Maros sono stati riconosciuti un babirussa e un maiale, che sono stati attribuiti a circa 35mila anni fa, quindi all’incirca coeve di quelle europee delle grotte di Chauvet (38mila-35mila anni fa), o quelle più recenti di Lascaux, in Francia e di Altamira, in Spagna (20mila anni fa).

“Si presume che l’Europa sia stata il centro dell’esplosione della creatività umana, con la comparsa dell’arte rupestre, circa 40mila anni fa”, dichiara Aubert . “Ora, le datazioni dell’arte rupestre di Sulawesi mostrano che dall’altra parte del mondo, più o meno nello stesso periodo, altri uomini ritraevano animali come quelli delle ére glaciali in Spagna e in Francia”.

“E’ possibile che questa abilità dei primi umani si sia manifestata con risultati simili in diverse parti della Terra, quasi simultaneamente”, aggiunge Adam Brumm, co-autore della ricerca. “Tuttavia, secondo noi, è più probabile che sia una capacità già manifestatasi nei primi esseri umani appena usciti dall’Africa e prima che raggiungessero l’Europa”.

La rilevanza della scoperta è stata sottolineata anche dall’archeologo Will Roebroeks, esperto del Paleolitico e dell’Evoluzione umana, docente dell’Università di Leida, nei Paesi Bassi, che auspica un maggiore interessamento da parte sia del mondo scientifico che da parte del governo indonesiano per la tutela dei beni culturali venuti in luce in quella lontana regione.

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