Sono tre anni che l’antropologo Alan Rogers, dell’Università dello Utah, sta tentando di risolvere un puzzle evolutivo e ora finalmente pare ci sia riuscito.
Il suo studio ha analizzato i filamenti di DNA di antiche specie umane conosciute come ‘ominine’ ed ha districato l’intreccio di alcuni milioni di anni di evoluzione umana.
Come molti genetisti ed evoluzionisti, Rogers ha confrontato gli antichi genomi degli ominidi alla ricerca di modelli genetici, quali mutazioni e geni condivisi, sviluppando metodi statistici con cui poter dedurre la storia delle antiche popolazioni umane.
Nel 2017 Rogers aveva condotto un precedente studio con cui aveva concluso che due lignaggi di antichi gruppi umani, i Neanderthal e i Denisova, si erano separati molto prima di quanto fosse stato ritenuto fino ad allora, forse a seguito di un evento di ridimensionamento della popolazione, definito anche ‘collo di bottiglia‘, vale a dire una contrazione numerica delle popolazioni che avrebbe ridotto la variabilità genetica.
Quello studio, però, dovette affrontare alcune controversie: il dr Fabrizio Mafessoni e la dott.sssa Kay Prufer, entrambi antropologi dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia evolutiva di Lipsia, sostenevano che il loro metodo di analisi del DNA aveva prodotto risultati diversi.
Rogers concordò con i due colleghi, ma si rese anche conto che nessuno dei due metodi riusciva a spiegare bene i dati genetici.
“Tutt’e due i nostri metodi mancavano di qualcosa. Ma che cosa?” si chiedeva Rogers.
Iniziato quindi un nuovo studio, lo scienziato ed il suo team hanno ora risolto il rompicapo e, nel farlo, hanno individuato il primo evento di ibridazione della storia dell’umanità, ipotizzato tra antichi gruppi umani ad opera di un gruppo – riconosciuto al momento soltanto come ‘super-arcaico’ – in Eurasia, che si sarebbe incrociato con un antenato dei Neanderthal-Denisova circa 700mila anni fa.
L’evento si verificò, secondo gli studiosi, tra popolazioni geneticamente più distanti tra loro rispetto a qualsiasi altra popolazione di cui si abbia traccia.
A questo punto, i ricercatori hanno anche proposto che venga rivista la collocazione temporale della migrazione umana dall’Africa verso l’Eurasia.
In effetti, il metodo di analisi del DNA antico fornisce un nuovo modo di poter esaminare il lignaggio umano più antico in assoluto.
“Non sappiamo come sia avvenuto nella realtà questo episodio di ibridazione e non siamo mai stati in grado di stimare le dimensioni di questa popolazione super-arcaica”, riconosce Rogers. “Stiamo tuttavia cercando di far luce su un intervallo della storia dell’evoluzione umana che prima era completamente al buio”.
Il relativo articolo è stato pubblicato sulla rivista Science Advances nella seconda metà di febbraio.
Rogers ha seguito un suo metodo, studiando il modo in cui sono state condivise le mutazioni tra i moderni africani, gli europei, i Neanderthal e i Denisova.
Il modello di condivisione implicava cinque episodi di incroci, di cui uno era del tutto sconosciuto.
L’episodio individuato di recente viene collocato tra gli incroci avvenuti oltre 700mila anni fa tra una popolazione ‘super-arcaica’, collegata ‘alla lontana’ e separatasi da tutti gli altri esseri umani circa due milioni di anni fa, e gli antenati dei Neanderthal e dei Denisova.
Questi antenati dei Neanderthal e dei Denisova erano geneticamente più lontani rispetto a qualsiasi altra popolazione umana conosciuta in precedenza, per poter giungere ad una ibridazione.
Ad esempio, esseri umani moderni (Sapiens) e Neanderthal erano stati separati per circa 750mila anni quando si incrociarono, mentre il gruppo di ‘super-arcaici’ e gli antenati dei Neanderthal-Denisova erano rimasti separati per oltre un milione di anni.
“Queste scoperte sui tempi in cui si sono verificate ibridazioni tra lignaggi umani giustificano la quantità di tempo impiegato per evolversi dall’isolamento riproduttivo”, spiega Rogers.
Gli studiosi hanno usato anche altri indizi ricavati dai genomi per stimare il periodo in cui le antiche popolazioni umane si sono separate e di quale dimensione effettiva poteva avere come popolazione, giungendo a stabilire che il gruppo ‘super-arcaico’ si sia separato dalla sua stessa specie circa due milioni di anni fa, in concordanza con le prove fossili umane rinvenute in Eurasia, attribuibili ad 1,8 milioni di anni fa.
Alla luce del percorso seguito, è stato anche proposto il verificarsi di tre ondate migratorie umane dall’Africa verso l’ Eurasia. La prima si sarebbe verificata due milioni di anni fa, quando i ‘super-arcaici’ migrarono in Eurasia e si espansero in una vasta popolazione. Una seconda sarebbe seguita 700mila anni fa, quando furono gli antenati dei Neanderthal-Denisova a migrare in Eurasia, dove si incrociarono rapidamente con i discendenti dei ‘super-arcaici’.
La terza migrazione avrebbe visto gli esseri umani moderni (Sapiens) diffondersi in Eurasia attorno ai 50mila anni fa, allorchè si incrociarono con gli altri esseri umani giunti in precedenza, inclusi i Neanderthal.