Gli scienziati che analizzano le rocce australiane hanno scoperto tracce di batteri presenti sulla Terra 3,49 miliardi anni fa, solo un miliardo di anni dopo la formazione della Terra.
Se questa scoperta resisterà all’esame minuzioso di future analisi, sarà una piccola grande rivoluzione per le ipotesi sulla comparsa della vita sulla Terra, permettendo agli scienziati di fare un passo avanti verso la comprensione dei primi capitoli di una storia lunga e ancora poco compresa. La scoperta potrebbe anche stimolare la ricerca della vita fossile sugli altri pianeti.
Queste tracce batteriche “sono i fossili più antichi mai descritti. Questi sono i nostri più antichi antenati”, ha dichiarato Nora Noffke, biogeochimica della Università di Old Dominion di Norfolk in Virginia, che fa parte del gruppo che ha reso nota la scoperta e l’ha presentata il mese scorso in un convegno della Società geologica americana.
A differenza delle ossa di dinosauro, i fossili recentemente identificati non sono parti di scheletro pietrificate, e non potrebbe mai essere in uqanto si sta parlando di microscopici batteri e gli effetti che producevano nell’ambiente in cui vivevano. Co sono infatti – secondo i ricercatori – segni sulle superfici di arenaria che si pensa un tempo siano stati lasciati da organismi viventi. Oggi, tracce simili si trovano in parti della costa della Tunisia, creati dagli spessi strati di batteri che intrappolano i granelli di sabbia e li incollano tra loro. La sabbia che si è bloccata nella terra sotto questi strati è quindi stata protetta dall’erosione e potrebbe trasformarsi col passare del tempo in roccia, che può sopravvivere a lungo.
Scoprire i primi resti di questo processo ha richiesto una lungo e difficile lavoro di osservazione di alcune delle rocce più antiche del Pianeta, che si trovano nella regione di Pilbara, nell’Australia occidentale. Questo antico paesaggio fu una volta una linea di costa. Le rocce a base dei sedimenti sono state accumulate miliardi di anni fa, ed ora sono esposte possono essere esaminate. In condizioni relativamente incontaminate, tali rocce, insieme ad altre nel Sudafrica, sono state a lungo un luogo popolare per i paleontologi che cercano tracce di vita dall’Archeano, il secondo eone della suddivisione geologica del Precambriano. I suoi limiti temporali vanno fa pongono tra 4 miliardi e 2,5 miliardi di anni fa.
“Ci sono rocce più antiche di queste sulla Terra”, ha dichiarato Maud Walsh, biogeologo dell’Università dello stato della Louisiana. a Baton Rouge. “Ma queste sono le rocce sedimentarie più antiche ben conservate che conosciamo e più probabilmente quelle che preservano le strutture davvero minuscole e le sostanze chimiche che forniscono la prova della vita.”
“Non è solo trovare queste tracce che è interessante”, ha affermato Alan Decho, un geobiologo presso l’Università della Carolina del Sud. “Questa scoperta ci sta mostrando che la vita ebbe si organizzò.” Come le loro controparti moderne, già a quel tempo esistevano probabilmente ‘città’ microbiche che ospitavano migliaia di tipi di batteri, ognuno specializzato in un diverso compito e che comunicava con gli altri attraverso segnali chimici.
Noffke e i suoi colleghi hanno confermato la loro teoria misurando il carbonio che compone le rocce. Circa il 99 per cento di carbonio nel materiale non vivente è carbonio-12, una versione più leggera dell’isotopo carbonio-13, che rappresenta la maggior parte del restante un per cento. I microbi che utilizzano la fotosintesi per creare il proprio cibo contiene più carbonio-12 e di meno carbonio-13. Questa propensione è come una firma di carbonio “organico” che mostra l’effetto di un essere vivente, presente evidentemente nella roccia australiana.
La maggior parte delle stuoie microbiche di oggi contengono un sacco di cianobatteri fotosintetici, che produce il cibo che sostiene gli altri batteri. Prende il nome dal pigmento blu-verde che si utilizza per questo processo, chiamato ficocianina. I cianobatteri producono anche l’ossigeno e hanno aiutato a creare l’atmosfera terrestre circa 2,4 miliardi di anni fa.
La vita dei cianobatteri nelle stuoie microbiche quasi 3,5 miliardi di anni fa potrebbe far riscrivere la storia della nascita dell’atmosfera che oggi tutti respiriamo.
Infine, i nuovi fossili potrebbero aiutare coloro che cercano tracce fossili di vita microbica su Marte, dove la sonda Curiosity della NASA ha recentemente trovato le prove di antici corsi d’acqua, che probabilmente scorrevano al tempo in cui sulla Terra comparvero i primi batteri. Anche se nessun segno di antichi microrganismi marziani è stato scoperto, ora i cacciatori di fossili possono avere un qualcosa di nuovo su cui lavorare per capire cosa bisogna cercare.