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Presentata l’elettronica transiente che si dissolve dopo l’uso

I minuscoli dispositivi biocompatibili potrebbero anche essere impiantati nel corpo per alleviare il dolore per combattere le infezioni

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.04.2013

Gli scienziati hanno descritto quella che può essere definita elettronica transiente: in pratica si tratta di circuiti che si dissolvono dopo l’uso. Questi nuovi componenti saranno la chiave per lo sviluppo di nuovi usi pratici di minuscoli dispositivi biocompatibili che potrebbero essere impiantati nel corpo per alleviare il dolore per combattere le  infezioni per un determinato periodo di tempo, per poi sciogliersi in maniera innocua.

Elettronica biodegradabile è già realtà

Questa “elettronica transitoria”, descritta al 245o Meeting  della American Chemical Society (ACS), potrebbe avere anche altri usi, come l’inserimento in prodotti elettronici di consumo con una durata ben determinata, per ridurre il fenomeno dei rifiuti elettronici.

John Rogers, che ha guidato la ricerca, ha spiegato che la nuova elettronica deriva da una visione fondamentalmente diversa dalla mentalità che ha prevalso fin dall’epoca dei “chips”, circuiti integrati e microprocessori, che risale a quasi 50 anni fa .

“L’obiettivo del settore dell’elettronica è sempre stato quello di costruire dispositivi resistenti che durano per sempre con una prestazione stabile,” ha spiegato. “Ma si aprono molte nuove opportunità una volta che si inizia a pensare che l’elettronica potrebbe ‘scomparire’ in modo controllato e programmabile.”

Queste opportunità, ha aggiunto, possono essere applicate ai telefoni cellulari e ad altri dispositivi mobili che smettono di lavorare e di disintegrano in tempo per l’aggiornamento ad un nuovo modello. Invece di aggiungere altri rifiuti tecnologici ogni anno a quelli già esistenti, i dispositivi potrebbero semplicemente deteriorarsi.

Per non parlare di protesi mediche necessarie solo per un paio di settimane e che potrebbero semplicemente scomparire, senza bisogno di un intervento chirurgico per rimuoverle dal corpo.

Anche se altri ricercatori hanno sviluppato i cosiddetti dispositivi medici bio-riassorbibili che scompaiono col tempo nel corpo, la squadra di Rogers presso l’Università dell’Illinois è la prima a produrre tale tecnologia in modo largamente applicabile, e che avrà molti più usi.

Gli scienziati hanno ad esempio progettato transitori elettronici come i sensori di temperatura, le celle solari e le fotocamere digitali in miniatura. Inoltre, i dispositivi bio-riassorbibili fino ad oggi sono stati realizzati con materiali diversi, che solo in parte si dissolvono, lasciando residui.

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