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Dalle anatre di Wittgenstein al gatto di Schrödinger, a Bologna

Scienza e filosofia possono dialogare? Tre giornata sulla filosofia della scienza a Bologna

Scritto da Nadia Fusar Poli il 08.02.2013

Se di filosofia della scienza si parla sempre meno, sono proprio appuntamenti come quello che si terrà presso l’ASIA di Bologna, a partire da domenica 10 febbraio 2013, ad imporsi come importanti occasioni di formazione e riflessione.  Tre incontri-lezione sul rapporto fra scienza e filosofia che idealmente rappresentano un continuum con l’esperienza iniziata lo scorso anno con il corso “Dal tacchino di Russell ai conigli di Quine”.
L’attenzione sarà questa volta focalizzata su una delle più rivoluzionarie ed efficaci teorie fisiche del XX secolo: la Meccanica quantistica. Le lezioni sono aperte a tutti e le tematiche saranno affrontate in modo concettuale, per cui non è necessaria una preparazione scientifica specifica. Ampio spazio al dibattito e al confronto: ognuno potrà sollevare dubbi, porre domande, ed esprimere il proprio punto di vista. Il corso sarà tenuto dal prof. Paolo Pendenza, che ci ha fornito preziosi spunti e utili indicazioni.

Bologna

La questione del rapporto tra scienza e filosofia è molto interessante, ma sembra difficile che filosofi e scienziati professionisti possano comunicare e dialogare tra loro. La netta sensazione, nella stragrande maggioranza dei casi, è che parlino due linguaggi differenti, muovendo da presupposti metodologici diversi. L’incontro, a parte qualche caso particolare, è molto difficile. 

Nell’ambito della divulgazione si ritrovano gli stessi problemi. Secondo Paolo Pendenza la tendenza è quella di affrontare tematiche filosofiche tramite la scienza e di attingere a questa per dare risposte a domande prettamente filosofiche, rischiando di snaturarne il significato autentico. Il contesto in cui queste vengono recepite è infatti diverso da quello in cui si sono originate e pertanto, anche gli stessi termini filosofici vengono interpretati in modo diverso. Ad esempio, l’idea del trascendentale, dell’ “a priori” di Kant è letta nell’ambito della biologia e delle neuroscienze come ereditaria.
Ma questo non può che essere un errore di carattere concettuale o contenutistico, una misconcezione, frutto dell’interpretazione di un termine – che nasce in un determinato contesto – in un ambito che può mutare e capovolgere il significato originario. 

Paolo Pendenza, docente del corso, ha una formazione scientifica – fisica in particolare –  ma è un appassionato di filosofia. I suoi interessi professionali lo hanno portato ad approfondire vari temi inerenti la didattica, la comunicazione scientifica e la filosofia della scienza. Ha tenuto numerosi corsi di divulgazione scientifica e conferenze sulla fisica moderna, specialmente sulla teoria della relatività, ponendo un’attenzione particolare agli aspetti concettuali ed epistemologici delle questioni affrontate.

L’obiettivo del corso è quello di provare a dare un giusto spazio a entrambe le sfere, scienza e filosofia. Ogni lezione ha una parte di contenuti scientifici e una parte filosofica che si aggancia a questi. Nella prima lezione verrà analizzato come la scienza (fisica e biologia) descrivono la visione, la percezione visiva e l’esperienza del guardare. Ci si concentrerà in particolare sulla percezione del colore, in un confronto dialogico fra fisica, biologia e filosofia. Il passaggio successivo consisterà nel confrontare questa descrizione con le riflessioni condotte da Wittgenstein nelle sue ricerche filosofiche sullo stesso tema, compiendo un interessante parallelo tra la scienza attuale e la filosofia espressa da uno dei suoi maggiori esponenti del ‘900, indagando il modo in cui entrambi hanno affrontato lo stesso tema da un punto di vista molto diverso. 

La partecipazione del pubblico. L’intento è quello di animare un confronto, far nascere un bel dibattito in modo da capire cosa la filosofia ha da dire sulle teorie scientifiche di oggi –  se ha da dire qualcosa –  e su come la scienza, viceversa, può affrontare tematiche parallelamente trattate dai filosofi.

Il tutto, da un punto di vista metodologico, sarà condotto con un taglio divulgativo: la partecipazione del pubblico è infatti prioritaria ed è per questo che risulta fondamentale rendere accessibili temi a volte difficili, soprattutto per chi non ha una cultura specialistica. L’obiettivo è infatti coinvolgere attivamente, stimolare domande, far nascere interventi, e creare un costruttivo dibattito in cui affrontare questioni che riguardano ciascuno di noi. D’altronde, quando si parla di visione, ovvero cosa vuol dire osservare un oggetto, stiamo parlando di noi, del modo in cui noi conosciamo la realtà, di come nasce e si sviluppa la nostra visione del mondo. Il tema ci riguarda in prima persona. 

La divulgazione. Come diceva Einstein, ha spiegato Pendenza, descrivere e parlare di una teoria fisica in termini concettualmente semplici è un’operazione interessante perché obbliga a ripensare la propria teoria in termini di concetti essenziali. Nel momento in cui non è possibile usare la matematica complessa, ma spesso si può far uso solo delle parole, è necessario cogliere i nodi concettuali centrali della teoria per poterne parlare senza far uso della struttura matematica. Si tratta di un processo intellettuale che obbliga a far chiarezza rispetto alla propria conoscenza: è un lavoro molto interessante e affascinante, dove non è ammesso barare.
Per Paolo Pendenza è stata fondamentale l’attività di insegnamento, svolta per vent’anni in un Liceo: una vera palestra, un allenamento preparatorio alla sua attività di studioso-divulgatore.

 Le successive lezioni affronteranno la Meccanica quantistica, teoria straordinaria nata nel 900 che, a distanza di più di 80 anni dalla sua nascita, sebbene sia universalmente accettata da un punto di vista operativo, suscita ancora accesi dibattiti. Nonostante abbia un successo straordinario dal punto di vista sperimentale e applicativo, nel senso che viene utilizzata quotidianamente in tutti gli apparecchi elettronici di uso comune, ma anche per descrivere il mondo microscopico ovunque, in tutti i laboratori di fisica del mondo, e sia dunque accettata dal punto di vista pratico, la sua interpretazione è motivo di confronto e dibattito. Qual è il significato di visione del mondo che possiamo associare a questa teoria? In tal senso non vi è, a livello di comunità scientifica, unanime condivisione. Fra le varie interpretazioni, Paolo Pendenza proporrà quelle di Michel Bitbol, due lauree scientifiche e una in filosofia, che ha scritto una delle analisi filosofiche della Meccanica quantistica più profonde, articolate e rigorose, sebbene forse ancora poco conosciuta perché in francese…e si sa, il mondo oggi comunica prevalentemente in inglese. 

Appuntamento dal 10 febbraio, con Paolo Pendenza, per le tre giornate sul rapporto tra  Filosofia e Scienza  presso la sede dell’Associazione ASIA, nel cuore del centro storico di Bologna.

 

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