L’ISTAT ha pubblicato oggi il rapporto sulla popolazione omosessuale in Italia. L’indagine è stata condotta sui cittadini dai 18 ai 74 anni.
La maggioranza degli italiani ritiene che gli omosessuali e i transessuali siano discriminati e sono in disaccordo con questa discriminazione. Però, soprattutto per alcuni ruoli, come quello di maestro elementare, gli italiani non sono d’accordo che sia un omosessuale a rivestirlo. Inoltre per gli italiani non c’è nessun male ad amare una persona dell’altro sesso, ma è meglio farlo discretamente e senza dichiararlo. Infine gli omosessuali e i transessuali dichiarano di essere stati discriminati in diversi ambiti.
“I dati della ricerca Istat sulla popolazione omosessuale in Italia,” dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay “diffusi in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, confermano ampiamente quanto diciamo da tempo: il paese è davvero pronto ad una legge contro l’omofobia e ne riconosce il valore e l’urgenza. Ancora, l’Italia chiede pari diritti e doveri per le coppie composte da persone dello stesso sesso.”
Secondo l’ISTAT il 61,3% dei cittadini ritiene che in Italia gli omosessuali siano molto o abbastanza discriminati, l’80,3% che lo sono le persone transessuali.
Generalizzata appare la condanna di comportamenti discriminatori: il 73% è in totale disaccordo con il fatto che non si assuma una persona perché omosessuale o non si affitti un appartamento per lo stesso motivo.
D’altra parte, che persone omosessuali rivestano alcuni ruoli crea problemi ad una parte della popolazione: per il 41,4% non è accettabile un insegnante di scuola elementare omosessuale, per il 28,1% un medico, per il 24,8% un politico.
La maggioranza egli italiani è d’accordo nel riconoscere gli stessi diritti alle coppie gay, fatta salva la possibilità di adottare dei figli.
Il 65,8% è d’accordo con l’affermazione “si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare”.
La maggioranza dei rispondenti ritiene accettabile che un uomo abbia una relazione affettiva e sessuale con un altro uomo (59,1%) o che una donna abbia una relazione affettiva e sessuale con un’altra donna (59,5%).
Ciononostante, il 55,9% si dichiara d’accordo con l’affermazione “se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati”, mentre per il 29,7% “la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo”.
La maggioranza dei rispondenti (62,8%) è d’accordo con l’affermazione “è giusto che una coppia di omosessuali che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata”. Il 43,9% con l’affermazione “è giusto che una coppia omosessuale si sposi se lo desidera”.
Maggiore è la contrarietà nei confronti dell’adozione dei figli (solo circa il 20% è molto o abbastanza d’accordo con la possibilità di adottare un bambino).
Le donne, i giovani e i residenti nel Centro Italia mostrano una maggiore apertura nei confronti degli omosessuali.
Gli omosessuali e i bisessuali vivono grandi difficoltà in famiglia. Circa il 20% dei genitori sa che i loro figli vivono una tale condizione. Il dato è più alto per i fratelli (45,9%), i colleghi (55,7%) e soprattutto gli amici (77,4%).
Considerando tutti e tre questi ambiti, il 40,3% degli omosessuali/bisessuali dichiara di essere stato discriminato, contro il 27,9% degli eterosessuali. Si arriva al 53,7% aggiungendo le discriminazioni subite (e dichiaratamente riconducibili all’omosessualità/bises-sualità degli intervistati) nella ricerca di una casa (10,2%), nei rapporti con i vicini (14,3%), nell’accesso a servizi sanitari (10,2%) oppure in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%).