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Egitto, fine anno in piazza Tahrir

Scritto da Chiara Pane il 02.01.2012

Proteste in EgittoIl Cairo – Gli egiziani hanno voluto salutare il 2011 in piazza Tahrir, per sottolineare che la loro battaglia per la libertà non si è conclusa. La rivoluzione continuerà – promettono i manifestanti – il loro obiettivo è fare del 2012 l’anno della libertà.

Infatti, nonostante l’anno che passerà alla storia come l’anno della primavera araba si sia appena concluso, lo stesso non si può dire nel caso delle rivendicazioni del popolo egiziano. Quest’ultimo liberatosi lo scorso 11 febbraio dall’oppressione dell’ex presidente Hosni Mubarak, sembra oggi preda di una dittatura militare. Gli scontri di piazza Tahrir dei mesi scorsi ne sono testimonianza. Donne e uomini hanno continuato a manifestare e a scontrarsi con le forze dell’esercito per reclamare il diritto alla libertà e alla vita. Numerosi i feriti e le vite spezzate, ma gli egiziani non vogliono arrendersi. La loro battaglia per “l’indipendenza” è orima divenuta parte della vita quotidiana.

Negli ultimi mesi, in parallelo con le manifestazioni di piazza Tahrir, il Paese è stato impegnato in un processo elettorale particolarmente lungo, diviso in tre tornate. Iniziato lo scorso 28 novembre doveva concludersi solo nel mese di marzo, ma da pochi giorni è giunta la notizia che la giunta militare al potere ha deciso di anticipare al 22 febbraio l’ultimo giorno dei ballottaggi delle elezioni. Fino ad oggi in testa ci sono i Fratelli Musulmani, formazione islamista che non è stata sempre moderata.

A fare i conti con la libertà, o meglio con la vita, è anche l’ex rais del paese, che ieri si è dovuto ripresentare nell’aula di tribunale di una scuola di polizia alla periferia della capitale egiziana. A causa delle sue pessime condizioni di salute, Mubarak è arrivato in aula adagiato su una barella ed il trasporto dall’ospedale militare dov’é detenuto è avvenuto in autombulanza. L’ex presidente è accusato di omicidio di massa e corruzione e rischia la pena di morte, ma il suo stato di salute fa pensare che ad ucciderlo non sarà una mano umana.

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