Un gruppo di Paesi europei ha introdotto un nuovo progetto di risoluzione presso le Nazioni Unite che minaccia sanzioni se le forze di sicurezza siriane non fermeranno le operazioni militari contro i civili.
Il progetto, presentato martedì da Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo si distingue da una precedente proposta che chiedeva sanzioni immediate contro il presidente siriano Bashar al-Assad.
La nuova risoluzione ha lo scopo di rompere una situazione di stallo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove i diplomatici dicono che discuteranno la bozza mercoledì con un voto possibile entro la fine della settimana.
Truppe siriane appoggiate da carri armati ed elicotteri hanno ucciso almeno otto persone in raid martedì con lo scopo di schiacciare i disertori dell’esercito che hanno imbracciato le armi dopo mesi di proteste pacifiche per rovesciare il governo di Assad.
Gruppi per i diritti umani dicono che almeno sei persone sono state uccise nei raid del governo centrale sulla città di Homs, e altri due nella provincia nord-occidentale di Idlib.
Gli attivisti dicono che decine di veicoli blindati sono entrati nella città centrale di Rastan nelle prime ore di martedì, mentre le truppe dell’esercito hanno preso d’assalto il pronto soccorso degli ospedali alla ricerca di soldati ribelli feriti. Decine di persone sono state prelevate dalle loro case.
I disertori, che si stima siano migliaia in tutto il paese, fanno parte del neonato “esercito libero siriano”. I soldati dissidenti sono guidati dal colonnello Riad al-Assad, che ha disertato dalle forze aeree nel mese di luglio.
In un blog ha lanciato lunedì, l’ambasciatore britannico a Damasco in Siria attaccato per la “violenta repressione delle proteste per lo più pacifiche” e per cercare sistematicamente di nascondere la realtà. Simon Collis ha scritto che il governo “resta determinato a controllare ogni aspetto significativo della vita politica in Siria” e “farà di tutto” per mantenere il potere.
L’ambasciatore degli Stati Uniti in Siria, Robert Ford, ha detto al Washington Post che “la stragrande maggioranza” di manifestanti sono ancora disarmati. Ma le defezioni delli militari siriani hanno subìto un’accelerazione nelle ultime settimane e il giornale ha riferito che l’esercito siriano libero sta velocemente espandendosi. Il gruppo ha annunciato la costituzione di 12 battaglioni in tutto il paese.
Human Rights Watch ha respinto i tentativi da parte della Siria di negare le violenze contro i manifestanti. Il gruppo delle Nazioni Unite ha detto che ci sono prove documentate che mostrano che il governo siriano ha condotto una “campagna spietata” di uccisioni, torture e detenzioni arbitrarie. Ha inoltre esortato il Consiglio di Sicurezza ad agire.
Il presidente Assad ha più volte inviato truppe in tutto il paese per sedare le proteste anti-governative. L’ONU dice che la repressione ha provocato almeno 2.700 morti dall’inizia delle proteste di massa nel mese di marzo.