Meno di sei mesi fa, la maggior parte delle persone non sapeva chi fosse Anna Hazare al di fuori dal suo Stato di origine, il Maharashtra, nell’India occidentale, dove ha condotto una lunga campagna di lotta sociale e politica.
Dopo aver lasciato il suo lavoro come un pilota militare nel 1970, Hazare ha focalizzato la sua attenzione sulla trasformazione del paese di cui faceva parte, colpito dalla siccità – Ralegan Siddhi nel Maharashtra.
Ha guidato un movimento per costruire sistemi di irrigazione e per sfruttare l’acqua piovana e ha lottato per il rimboschimento. Gli abitanti del povero villaggio hanno cominciato a raccogliere i frutti di questo lavoro riuscendo a infine a raggiungere un buon reddito. Ralegan Siddhi alla fine è diventato un villaggio modello in India. La stessa Banca Mondiale ha concluso che il villaggio di Ralegan Siddhi è stato trasformato da un paese con un ecosistema altamente degradato in una regione semi-arida di estrema povertà in una delle regioni più ricche del paese.
Allo stesso tempo, Hazare ha condotto una campagna per la trasformazione sociale, e ha portato avanti un movimento contro il consumo di alcol e tabacco nel suo villaggio, che a volte ha attirato polemiche. Resoconti dei media lo hanno accusato di aver usato tattiche intransigenti come le percosse in pubblico per coloro che violavano il divieto di bere.
Emergenza nazionale
Nel 1990 Hazare rivolse la sua attenzione alla lotta contro la corruzione nel Maharashtra, e ha iniziato ad usare gli scioperi della fame per biasimare pubblicamente i funzionari e chieder loro di prendere azione. I suoi digiuni forzarono due ministri a dimettersi e hanno spinto il governo dello stato ad indagare sulle accuse contro altri quattro ministri.
L’attivista infine è emerso sulla scena nazionale nel mese di aprile, quando ha usato un digiuno di quattro giorni per costringere il governo ad elaborare una legislazione che istituisse un sistema di sorveglianza contro la corruzione.
La sua protesta, condotta sotto i riflettori delle telecamere, ha raccolto l’attenzione diffusa di una nazione dove le rivelazioni di truffe di miliardi di dollari e la dilagante corruzione hanno scioccato l’opinione pubblica. Lo sciopero della fame è stato interrotto solo dopo la promessa che il governo avrebbe presentato un disegno di legge per combattere la corruzione.
Di sicuro quello che Hazare ha ottenuto è stata la grande risonanza in tutto il paese, con titoli che campeggiavano in prima pagina per per mesi e mesi.
La lotta alla corruzione
Hazare ha lanciato il suo secondo sciopero della fame il 16 agosto dopo aver accusato il governo di non star mantenendo la sua parola, avendo introdotto quella che lui ha chiamato un debole disegno di legge anti-corruzione in parlamento.
La sua campagna ha un sostegno pubblico senza precedenti, dopo che il governo lo ha arrestato per breve tempo per evitare che ricominciasse lo sciopero della fame. Un segno di debolezza imperdonabile.
Nell’ultimo digiuno, Hazare ha indossato abiti bianchi e un berretto bianco, ed è spesso fotografato con un enorme ritratto del Mahatma Gandhi dietro di lui. Il suo uso degli scioperi della fame e le sue richieste che la campagna sia non violenta fa ricordare le storiche battaglie della Grande Anima, il Padre (Bapu) della nazione indiana, Gandhi.
Ma il pronipote di Gandhi, Tushar Gandhi, dice che ci sono differenze fondamentali nel modo in cui i due leader hanno utilizzato il digiuno come strumento di protesta.
“Con Anna Hazare è più il tentativo di intimidire il governo alla resa e alla sottomissione assoluta. E’ sicuramente un tentativo di forza e di braccio di ferro”, ha detto Tushar Gandhi. “Usando le stesse parole di Bapu, il mio digiuno è un atto d’amore per riportare un amico sulla retta via, e non un tentativo di sconfiggere un nemico”.
Nonostante le critiche, non c’è dubbio che il pubblico ami Hazare. Mentre alcuni analisti politici si chiedono se la sua campagna riuscirà a sradicare la corruzione diffusa e radicata, l’attivista sociale dice che è disposto a sacrificare la propria vita per questa causa.