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USA, per il junk food norme come quelle contro il fumo

Negli Stati uniti due associazioni chiedono che il junk food venga equiparato al fumo i quanto a danni alla salute

Scritto da Elisa Corbi il 22.05.2014

La Consumers International e la World Obesity Federation, due associazioni statunitensi, chiederanno in occasione della World Health Assembly che si svolgerà a Ginevra, che venga stipulata una convenzione che equipari i danni da cibo spazzatura a quelli da tabacco e che vengano applicate norme simili per ridurre il consumo di junk food.

Junk food

Le misure richieste dalle due associazioni includono controlli più severi sul marketing alimentare, il miglioramento delle informazioni nutrizionali al consumatore, che richiede quindi di stabilire nuovamente quali siano i prodotti alimentari non salutari, e l’utilizzo di strumenti economici per influenzare i modelli di consumo

Le morti globali attribuibili all’obesità e al sovrappeso sono aumentate da 2,6 milioni nel 2005 a 3,4 milioni nel 2010, intensificando così la pressione sui governi ad adottare misure più incisive per combattere l’epidemia dell’obesità e le conseguenti malattie croniche.

Amanda Long, direttore generale di Consumers International afferma: “La scala dell’impatto del cibo spazzatura sulla salute dei consumatori è paragonabile all’impatto delle sigarette. Esortiamo dunque i governi a prendere seriamente in considerazione le nostre raccomandazioni”.

Il dottor Tim Lobstein del World Obesity Federation ha dichiarato:”La prevalenza globale dell’obesità è raddoppiata tra il 1980 e il 2008, del 10% per gli uomini in tutto il mondo, e del 14% per le donne. Si tratta dunque di 205 milioni di uomini e 297 milioni di donne, più di mezzo miliardo di persone obese. In termini di numeri gli Stati Uniti aprono la strada seguiti da Cina, Brasile e Messico”.

“Queste cifre dimostrano la portata del problema da affrontare. Se l’obesità fosse stata una malattia infettiva avremmo visto l’investimento di miliardi di dollari per riportarla sotto controllo. Ma essendo in gran parte causata dal consumo eccessivo di cibi grassi e zuccherati, troppo spesso abbiamo visto politici disposti a prendere la parte degli interessi delle aziende che producono questi alimenti”, conclude Lobstein.

L’obesità è un importante fattore di rischio per molte malattie croniche non trasmissibili. Le cifre mostrano che nel 2008 36 milioni di persone sono morte a causa di queste malattie, che rappresentano il 63 per cento dei 57 milioni delle morti globali di quell’anno. Secondo una stima nel 2030 queste malattie coinvolgeranno 52 milioni di persone.

In Italia è obesa una persona su 10 e le percentuali aumentano al Sud dove la dieta tradizionale e una scarsa percezione del problema peggiorano la situazione. Gli obesi a livello planetario, così come nel nostro Paese, sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi 30 anni, a causa del cambio di stile di vita e dell’introduzione di cibi zuccherati e calorici nella dieta quotidiana.

Negli Stati Uniti si registrano già esempi di legislazione che contengano il fenomeno dell’obesità; un esempio è quello di New York, in cui il sindaco conduce un strenua lotta al junk food e alle bibite zuccherate.

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