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Il latte e i prodotti caseari possono ridurre il rischio di diabete

Scritto da Chiara Pane il 22.12.2010

FormaggiUno studio un po’ in controtendenza arriva da Harvard e individua un grasso indispensabile per prevenire il diabete e che è presente nei prodotti lattiero-caseari, spesso incriminati per l’alto contenuto proprio di grassi. Gli scienziati della Harvard School of Public Health (HSPH) e alcuni collaboratori appartenenti ad altre istituzioni hanno identificato una sostanza naturale a base di materia grassa che può ridurre sostanzialmente il rischio di diabete. Il composto, acido trans-palmitoleico, è un acido grasso presente nel latte, nei formaggi, nello yogurt e nel burro. Non è prodotto dal nostro corpo, quindi deve essere assunto con la dieta.

Il 21 Dicembre 2010 è stata presentata una ricerca estratta dagli annali di medicina interna, condotta da Dariush Mozaffarian della HSPH e da Gökhan S. Hotamisligil, professore di genetica della HSPH. I due scienziati spiegano come l’acido trans-palmitoleico si trovi alla base degli studi epidemiologici degli ultimi anni, collegando diete ricche di prodotti lattiero-caseari ad un minor rischio di diabete di tipo 2 e quindi delle relative anomalie metaboliche che esso comporta.

I dietisti, in genere, consigliano di ridurre la consumazione dei prodotti lattiero-caseari ricchi di grassi, ma l’acido trans-palmitoleico si trova proprio nella materia grassa.

I ricercatori della HSPH hanno esaminato 3.736 pazienti del National Heart, Lung, and Blood Institute (Istituto nazionale americano per cuore, polmoni e sangue), che sono stati seguiti per 20 anni da uno studio condotto per valutare i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari negli anziani. I fattori di rischio legati alla dieta, quali i livelli di glucosio e insulina nel sangue e i livelli di acidi grassi che circolano nel sangue, incluso l’acido trans-palmitoleico, sono stati misurati utilizzando campioni di sangue conservati nel 1992, ed i partecipanti sono stati seguiti per monitorare lo sviluppo del diabete di tipo 2.

Eliminati gli altri fattori di rischio, elevati livelli di acido trans-palmitoleico circolanti nel sangue sono stati associati a livelli ottimali di colesterolo e di insulina, nonché ad una buona “sensibilità insulinica”. Durante il followup, gli individui con alti livelli di acido trans-palmitoleico avevano un rischio molto più basso di sviluppare il diabete, in particolare un rischio inferiore di circa il 60% nella fascia superiore di consumo (dall’80 al 100% del consumo massimo registrato nel campione) rispetto a coloro che consumavano poco o nessun prodotto caseario (da zero al 20% della quantità massima registrata nel campione).

Questo tipo di ricerca osservazionale richiede la conferma di ulteriori studi (osservazionali e controlli clinici), ma l’entità di questa associazione è sorprendente”, ha spiegato Mozaffarian, attore principale dello studio. “C’è una differenza, quasi tripla, di minor rischio di ammalarsi di diabete fra gli individui che presentano alti livelli di questo acido grasso nel sangue.”

In contrasto con le tipologie di prodotti lavorati industrialmente, in cui si trovano i grassi saturi degli oli vegetali parzialmente idrogenati, che sono stati collegati ad un più alto rischio di malattie cardiache, l’acido palmitoleico è presente quasi esclusivamente nei prodotti lattiero-caseari  presenti in natura e nei grassi saturi della carne, che negli studi precedenti non sono stati collegati all’aumento del rischio di malattie cardiache.

“Gli studi precedenti non hanno indicato alcuna spiegazione biologica in grado di collegare il minor rischio di diabete con l’aumento del consumo di latticini. Questa è la prima volta che viene indicata la relazione fra l’acido trans-palmitoleico ed il rischio di diabete,” ha affermato Mozaffarian. “Ci chiediamo adesso se questo acido possa imitare il ruolo biologico svolto dal suo corrispondente acido cis-palmitoleico, prodotto dal nostro corpo. È stato osservato grazie ad alcuni esperimenti svolti sugli animali, che l’acido cis-palmitoleico protegge contro il rischio di diabete.”

“Purtroppo, con le moderne diete, la sintesi degli acidi cis-palmitoleici è accompagnata da un’alta presenza di carboidrati e calorie, che possono limitare la loro normale funzione protettiva. Noi ci chiediamo se l’acido trans-palmitoleico possa essere impiegato per svolgere almeno alcune delle funzioni dell’acido cis-palmitoleico,” ha spiegato Mozaffarian.

Anche Hotamisligil, autorevole attore dello studio, ha enfatizzato questa riduzione dei rischi. “Si tratta di un effetto protettivo estremamente forte, maggiore rispetto ad altri fattori conosciuti e utilizzati contro il diabete. Il passo successivo sarà quello di indagare la possibilità di un suo utilizzo terapeutico nelle persone.”

Poiché l’acido trans-palmitoleico, noto anche come trans-palmitoleato, è un composto naturale, Hotamisligil crede che sia possibile effettuare controlli clinici. Egli conclude affermando: “Questo studio mostra l’incredibile opportunità offerta dal lavoro interdisciplinare per colmare le lacune della ricerca di base, e proprio gli studi sulla popolazione possono fornire entusiasmanti trasferimenti di conoscenza dalla scienza pura alla salute pubblica”.

Nota: questo articolo non è un consiglio medico, né un invito al consumo di prodotti lattiero-caseari, ma la comunicazione divulgativa di una ricerca scientifica. Se avete bisogno di indicazioni a riguardo, il vostro medico saprà consigliarvi una dieta adatta alle vostre condizioni di salute.

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