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Scienziato giapponese, la nanotecnologia dei microtubuli di carbonio sarebbe nociva

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 28.09.2010

Microtubuli di carbonioUn professore giapponese denuncia che la sua ex università sta cercando di nascondere le evidenze sulla pericolosità dei nanotubi di carbonio, un tipo di materiale utilizzato in molti campi, dagli sci ai cavi per le strutture sospese, e che secondo il ricercatore può provocare il cancro.

In poche parole i nanotubi di carbonio sono atomi di carbonio arrotolati in tubi microscopici. I cilindri, che al microscopio ricordano minuscoli aghi, hanno elevate proprietà elettriche e sono spesso usati nei transistor o nei fili di rame.

Ma hanno un aspetto molto simile alle fibre di amianto e l’ex docente universitario Shozo Koyama, che lavorava presso la Shinshu University, dice nanotubi di carbonio presentano rischi analoghi all’amianto per la salute. L’amianto è tristemente legato – anche qui in Italia – a una serie di malattie polmonari mortali e ad alcuni tumori maligni.

Koyama ha detto che la sua ricerca mostra che i due tipi di fibre di nanotubi di carbonio possono causare il cancro. Egli ha raggiunto tale conclusione dopo aver constatato che cavie da laboratorio a cui aveva iniettato fibre di carbonio hanno in seguito sviluppato il cancro.

Studi condotti in Europa e negli Stati Uniti hanno indicato un rischio simile, anche se la gravità del rischio è ancora oggetto di studio.

Koyama dice di aver svelato il suo studio pochi anni fa, ma la Shinshu University ha rifiutato di riconoscere i risultati.

Il suo avvocato, Jiro Yamane, ha detto ai giornalisti lunedi che questo è avvenuto in parte perché l’università ha stretti legami con una società che produce nanotubi di carbonio.

Yamane dice che le università pubbliche in Giappone sono diventate sempre più legate al settore, in quanto il governo giapponese ha approvato una legge sei anni fa che le incoraggiava a diventare più finanziariamente indipendenti dalle casse dello Stato.

Yamane dice che a seguito di una stretta ai fondi del bilancio statale, le università hanno cercato di riempire quel vuoto formando stretti legami con diverse industrie.

I nanotubi di carbonio in questione sono stati studiati e sviluppati da un altro ricercatore della Shinshu University.

Ma quel professore e l’Università respingono le conclusioni di Koyama. L’anno scorso, l’università ha impedito a Koyama l’accesso alle sue strutture di ricerca. Pochi mesi fa, l’Università ha addirittura citato il professore in tribunale, sollevando problemi di “molestie sessuali e di potere.”

Yamane dice che questo evento indica una pericolosa tendenza in Giappone. Le università sono troppo incentrate sulla promozione e la valorizzazione delle loro scoperte e dei prodotti che ne derivano, a tutti i costi.

La nanotecnologia è la nuova terra promessa per i ricercatori in tutto il mondo. Da esse ci si aspettano nuovi dispositivi miniaturizzati che possano rendere i computer ancora più piccoli, nuovi materiali che possano permettere di alleggerire le strutture dei ponti, ad esempio, o le strutture degli aerei. Ma ogni nuova tecnologia porta vantaggi e svantaggi.

Secondo Koyama, le aziende che costruiscono i nanotubi di carbonio avrebbero la responsabilità morale di fermare la produzione di quello che dice essere un prodotto nocivo.

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