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Collana di conchiglie pone dubbi sulla via migratoria del Vicino Oriente

Scritto da Leonardo Debbia il 16.09.2013

Un team internazionale di ricercatori, guidato dalla Oxford University, ipotizza un nuovo scenario riguardo la presenza dei primi esseri umani moderni nel Vicino Oriente.

Le datazioni, effettuate su conchiglie marine rinvenute a Ksar Akil, un sito archeologico chiave nel Libano, assegnano al più antico fossile umano degli strati archeologici relativi una età fra 42.400 e 41.700 anni. 

E ’un fatto significativo perché è, grosso modo, simile all’età dei primi fossili di Sapiens sparsi in Europa.

Questa scoperta rimette in discussione le rotte che si ritenevano seguite dagli esseri umani moderni nelle migrazioni dall’Africa verso l’Europa, dice lo studio, pubblicato on line sulla rivista PlosONE.

Collana di conchiglie dal sito di Ksar Akil (Libano)  trovate associate con uno scheletro di donna moderna databile 39mila-41mila anni fa (fonte: Museo di Storia Naturale di Londra)

Collana di conchiglie dal sito di Ksar Akil (Libano) trovate associate con uno scheletro di donna moderna databile 39mila-41mila anni fa (fonte: Museo di Storia Naturale di Londra)

Il team ha datato al radiocarbonio 20 conchiglie marine rinvenute nei primi 15 metri degli strati di Ksar Akil, a nord di Beirut. Le conchiglie appaiono perforate, il che indica che furono usate come ornamento per il corpo, forse collane, da esseri umani moderni.

I Neanderthal, infatti, che vivevano nella stessa regione, non facevano uso di queste conchiglie.

Con il metodo del radiocarbonio le conchiglie sono state datate tra 41mila e 35mila anni.

Da sempre il Medio Oriente è stato considerato una regione chiave della preistoria, data la sua posizione geografica tra tre continenti, Africa, Asia ed Europa.

Era opinione diffusa che 45mila anni fa i primi esseri umani moderni fossero giunti in Europa dall’Africa attraverso queste regioni e da lì avessero proseguito lungo le coste del Mediterraneo o seguendo il corso del Danubio. Ora, invece, questa datazione suggerisce che i Sapiens siano arrivati in Europa e nel Vicino Oriente più o meno nello stesso tempo, aprendo quindi un nuovo dibattito su quali percorsi alternativi possano aver seguito le prime popolazioni per giungere in Europa prima di quanto ritenuto.

Ksar Akil è uno dei più importanti siti paleolitici in Eurasia. Si tratta di una sequenza di 23 metri di strati archeologici che sono rimasti indisturbati per migliaia di anni, finchè un gruppo di gesuiti americani scavarono la roccia nel 1937-38 e, dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947-48. Negli strati sono stati rinvenuti fossili umani e centinaia di conchiglie ornamentali, nonché utensili in pietra e frammenti di ossa di animali, cacciati e consumati come cibo.

Katerina Douka, della Scuola di Archeologia presso la Oxford University e autore principale dello studio, ha dichiarato: “Questa è la regione  in cui gli studiosi si aspettavano di trovare la prova che l’uomo moderno avesse sostituito i Neanderthal che vivevano lì da più di 150mila anni. Invece, sembra che i fossili umani di Ksar Akil siano di età simile ad altri contesti europei. E’ quindi possibile che il Vicino Oriente non sia l’unico luogo toccato dalla corrente migratoria africana. Forse, furono percorse anche altre vie. Accantonata l’ipotesi – estremamente improbabile – di un attraversamento del Mediterraneo, non restano che le pianure dell’Asia Centrale come via praticabile, anche se l’ipotesi necessita di indagini approfondite”.

Gli esempi di fossili di umani moderni quasi coevi in Europa non mancano. In Romania, un Sapiens è stato datato tra 42mila e 38mila anni; in Inghilterra, la mascella di Kent Cavern (moderna) è tra 44mila e 41mila; nel Sud Italia, due denti da latte hanno 45mila-43mila anni. 

La nuova prova di Ksar Akil sarebbe addirittura più recente.

 

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