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Marte rimane un pianeta in stato embrionale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.05.2011

MarteMarte si è formato a tempo di record, crescendo fino alle sue attuali dimensioni in appena tre milioni di anni, molto più rapidamente di quanto gli scienziati avessero pensato finora.

La sua rapida formazione potrebbe spiegare perché il Pianeta Rosso ha una massa dieci volte più piccola di quella della Terra.

Lo studio sostiene una teoria affermata ormai 20 anni fa che sostiene che Marte sia rimasto piccolo, perché evita le collisioni con il materiale in orbita nela spazio che funge da costruttore dei pianeti.

La nuova scoperta è pubblicata sulla rivista Nature.

Nel nostro primo Sistema Solare, ben prima che i pianeti si formassero, una nube di gas e polveri a forma di frisbee  circondava il Sole.

Gli scienziati ritengono che i pianeti si siano formati da materiale messo insieme da cariche elettrostatiche.

Queste palle di polvere proto-planetario sono cresciute  fino a formare quello che gli scienziati chiamano gli “embrioni” dei pianeti.

Queste masse rocciose erano grandi abbastanza per esercitare una notevole forza gravitazionale sulla materia circostante, compresi gli altri pianeti nascenti.

Con uno spostamento minimo dei loro campi gravitazionali, gli embrioni sono stati spesso gettati dalle loro orbite regolari nel percorso di un altra grande massa rocciosa.

Se si sono verificate collisioni, questi pianeti nascenti sono stati espulsi dal Sistema Solare o si sono frantumati in pezzi. Questi pezzi erano spesso combinati per formare un pianeta più grande. In effetti, si crede che la  Luna sia il risultato di un pianeta in embrione che sia entrato in contatto con il nostro pianeta.

Con questo processo di modellizzazione, gli astro-fisici sono in grado di determinare le dimensioni dei pianeti che si sono formati ad una data distanza dal sole. Marte, che dovrebbe essere cresciuto fino a circa le dimensioni della Terra,  rimane invece circa un decimo della sua dimensione.

A causa delle piccole dimensioni di Marte, molti scienziati hanno a lungo sospettato che il Pianeta Rosso abbia evitato le collisioni che hanno permesso ad altri pianeti limitrofi di aumentare la loro circonferenza.

Studiando la composizione chimica dei meteoriti, il geochimico Nicholas Dauphas dell’Università di Chicago in Illinois e il dottor Ali Pourmand della University of Miami in Florida hanno unito le forze per cercare di confermare questa teoria.

Misurando la concentrazione degli elementi di torio e afnio in 44 “rocce spaziali” Pourmand e Dauphas hanno ricavato una stima più precisa del tempo in cui Marte ha preso forma.

Si crede che Marte si sia formato fra i 2 e  i 3 milioni di anni; un tempo breve rispetto alla Terra, che si pensa ci abbia messo decine di milioni di anni per crescere fino alla sua dimensione attuale.

“Siamo stati piacevolmente sorpresi perché ora abbiamo prove precise a sostegno della idea … che Marte sia un pianeta in embrione”, ha detto il dottor Pourmand  alla BBC News.

Egli pensa che Marte sia stato di circa la sua dimensione attuale, quando la Terra stava iniziando a formarsi.

Detto questo, su Marte non poteva esserci lo stesso tipo di crescita della Terra o di Venere, afferma il dottor Pourmand.

E’ probabile che su Marte la crescita sia molto limitata  perché evita la collisione con altri pianeti.

“Il fatto che Marte sembra essere stato lasciato indenne potrebbe essere solo un caso”, dice il dottor Duncan Forgan astrofisico dell’Università di Edimburgo.

Egli spiega che, mentre è improbabile che un pianeta possa sfuggire alle collisioni per periodi così lunghi, statisticamente ci si aspetta che accada di tanto in tanto.

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