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Pianeti attorno a nane bianche: se c’è la vita la scopriremo in 10 anni

La vita extraterrestre sui pianeti che orbitano attorno alle nane bianche è rilevabile più facilmente

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 26.02.2013

Se la vita esiste sui pianeti attorno alle nane bianche, potremmo scoprirla entro il prossimo decennio. L’affermazione è stata fatta da alcuni scienziati che hanno lavorato su un modello teorico. I ricercatori hanno scoperto che è molto più facile rilevare l’ossigeno nell’atmosfera di un pianeta che orbita attorno ad una nana bianca rispetto a quanto succederebbe se il pianeta orbitasse attorno ad una stella simile al nostro Sole. 

“Nella ricerca di firme biologiche extraterrestri, le prime stelle che dovremmo studiare sono le nane bianche”, ha dichiarato Avi Loeb, teorico presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) e direttore dell’Istituto di Teoria e calcolo.

La nana bianca SirioB a confronto con la Terra

La nana bianca SirioB a confronto con la Terra

Quando una stella come il Sole muore, espelle i suoi strati esterni, lasciando dietro di sé un nucleo caldo e denso chiamato nana bianca. Una nana bianca ha tipicamente le dimensioni della Terra. Si raffredda lentamente e si spegne nel tempo, ma può trattenere il calore sufficiente per riscaldare un mondo vicino per miliardi di anni, grazie alla pressione gravitazionale esercitata sul nucleo.

Dal momento che una nana bianca è molto più piccola e più debole del Sole, un pianeta dovrebbe essere molto più vicino per essere abitabile con acqua allo stato liquido sulla sua superficie. Un pianeta abitabile potrebbe girare intorno alla nana bianca una volta ogni 10 ore, ad una distanza di circa un milione di miglia.

Prima che una stella diventi una nana bianca si gonfia e diventa una gigante rossa, travolgendo e distruggendo eventuali pianeti vicini. Pertanto, un pianeta dovrebbe arrivare nella zona abitabile dopo che la stella si è evoluta in una nana bianca. Un pianeta si potrebbe formarsi da polvere e residui di gas o potrebbe migrare dall’esterno vicino alla stella. 

Loeb e il suo collega Dan Maoz della Tel Aviv University stimano che una ricerca sulle 500 nane bianche più vicine potrebbe individuare una o più terre abitabili.

Studiando il momento del transito della stella davanti al pianeta ,gli scienziati sono in grado di riconoscere la composizione dell’atmosfera. 

Gli astronomi sono particolarmente interessati a trovare l’ ossigeno perché la presenza di grandi quantità di ossigeno nell’atmosfera di un pianeta lontano significherebbe la probabile presenza di vita.

Il  James Webb Space Telescope (JWST) della NASA, il cui lancio è previsto entro la fine di questo decennio, avrà lo scopo di analizzare i gas di questi mondi alieni. Loeb e Maoz hanno creato uno spettro sintetico, replicando quello che JWST potrebbe vedere se esaminasse un pianeta abitabile in orbita una nana bianca e hanno scoperto che sia l’ossigeno che l’acqua sarebbero rilevabili con solo poche ore di tempo di osservazione totale.

“Anche se il più vicino pianeta abitabile orbitasse  attorno ad una nana rossa, si potrebbe più facilmente dimostrare che ci sia la vita attorno ad una nana bianca”, ha detto Loeb.

Infatti la struttura di una nana rossa, ad esempio, richiederebbe un tempo di osservazione del pianeta orbitante molto più lungo, cosa che tecnicamente è più complessa di un tempo di esposizione breve, che è invece necessario per un pineta orbitante attorno ad una nana bianca

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