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Scoperta una fabbrica di stelle in una Supernova esplosa 27 anni fa

"Le prime galassie sono incredibilmente piene di polvere cosmica e questa polvere svolge un ruolo importante nella loro evoluzione"

Scritto da Paolo Ferrante il 08.01.2014

Nuove strabilianti osservazioni effettuate con l’Atacama Large Millimeter/Submillimeter Array (ALMA) hanno mostrato per la prima volta i resti di una recente esplosione di supernova. Se solo una parte di questa polvere riuscisse a raggiungere lo spazio interstellare, gli scienziati riuscirebbero finalmente a spiegare perché le galassie abbiano l’aspetto “polveroso” che le caratterizza e che permette la continua nascita di nuove stelle.

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Le galassie possono essere luoghi estremamente polverosi e le supernovae potrebbero essere una fonte primaria di quella polvere, quantomeno nell’Universo primordiale. Ma la prova diretta della capacità di creare polvere da parte di una supernova non era finora stata fornita, e non si poteva spiegare la copiosa quantità di polvere rilevata nelle giovani galassie lontane. Ma ora le osservazioni di ALMA stanno fornendo finalmente le prove dirette di questo fenomeno.

“Abbiamo trovato una massa molto consistente  di polvere concentrata nella parte centrale del materiale espulso da una  giovane supernova,” ha detto Remy Indebetouw, astronomo presso il National Radio Astronomy Observatory ( NRAO ) e l’Università della Virginia. “Questa è la prima volta che siamo in grado di osservare l’immagine della polvere appena formata, una prova importante per comprendere l’evoluzione delle galassie”.

Un team internazionale di astronomi ha utilizzato ALMA per osservare i resti della Supernova 1987A, che si trova nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana che orbita attorno alla Via Lattea a circa 160 000 anni luce dalla Terra. La SN 1987A è la più vicina esplosione di una supernova osservata da quando Johannes Kepler osservò la prima supernova all’interno della Via Lattea nel 1604.

Gli astronomi hanno predetto che, quando il gas si raffredda dopo l’esplosione, grandi quantità di polvere si dovrebbero formare mentre atomi di ossigeno, carbonio e silicio si legano insieme nelle regioni centrali fredde del residuo. Tuttavia, precedenti osservazioni di SN 1987A con telescopi a infrarossi, realizzati durante i primi 500 giorni dall’esplosione, hanno rilevato solo una piccola quantità di polvere calda.

Con la risoluzione senza precedenti di ALMA e la sua sensibilità, il team di ricerca è riuscito a osservare l’immagine della polvere fredda, di gran lunga più abbondante, che brilla ad una lunghezza d’onda millimetrica e submillimetrica. Gli astronomi stimano che ciò che rimane della stella ora contenga circa il 25 per cento della massa del Sole. Hanno anche scoperto quantità significative di monossido di carbonio e ossido di silicio.

“SN 1987A è un posto speciale, in quanto non si è ancora mescolata con l’ambiente circostante, per cui ciò che vediamo  è prodotto dalla supernova”, ha detto Indebetouw. “I nuovi risultati ALMA, che sono i primi nel loro genere, rivelano un resto di supernova pieno zeppo di materiale che semplicemente non esisteva a pochi decenni fa.”

“Le prime galassie sono incredibilmente piene di polvere cosmica e questa polvere svolge un ruolo importante nella loro evoluzione”, ha detto Mikako Matsuura della University College London, UK. “Oggi sappiamo che la polvere può essere creata in diversi modi, ma nell’Universo primordiale la maggior parte di esso doveva provenire dalle supernovae. Finalmente abbiamo prove dirette a sostegno di questa teoria.”

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