Pasadena, California – Un gruppo di astronomi ha pubblicato i risultati di un’osservazione effettuata con due potenti telescopi. Lo Spitzer e l’Hubble della NASA hanno potuto osservare la galassia più distante mai osservata prima. La galassia ha emesso la luce che arriva a noi oggi, 13,7 miliardi di anni fa quando l’universo aveva solo 500 milioni di anni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.
La scoperta della galassia apre uno spiraglio su un periodo buio dell’universo in cui esistevano poche stelle.
“Questa galassia è l’oggetto più lontano che abbiamo mai osservato con elevata sicurezza”, ha detto l’autore Wei Zheng della Johns Hopkins University. “I lavori futuri che coinvolgono questa galassia, così come altre simili che speriamo di trovare, ci permetteranno di studiare gli oggetti più antichi dell’universo e come sia finita l’epoca buia.”
La luce dalla galassia primordiale ha percorso circa 13,2 miliardi di anni luce prima di raggiungere i telescopi della NASA. In altre parole, la luce delle stelle ha lasciato la galassia quando l’universo aveva solo il 3,6 per cento della sua età attuale. Tecnicamente parlando, la galassia ha un redshift, o “z”, di 9.6. (Redshift è un termine usato dagli astronomi per marcare le distanze cosmiche che denotano la quantità di luce di un oggetto che si è spostato in lunghezze d’onda a causa dell’ espansione dell’universo.)
A differenza dei precedenti rilevamenti di galassie risalenti a quest’ epoca, che sono stati solo intravisti in un unico colore, o lunghezza d’onda, questa galassia è stata osservata in cinque bande di frequenza diverse. Il telescopio spaziale Hubble ha registrato la galassia su quattro bande di lunghezza d’onda e Spitzer su una banda d’onda dell’infrarosso più lunga, dando basi più solide alla scoperta.
Il nuovo metodo si basa sullo sfruttare la luce di un altro corpo che si interpone fra la nostra galassia e quella che osserviamo, illuminando l’oggetto 15 volte di più. Il metodo si chiama “lente gravitazionale”.
Sulla base delle osservazioni di Hubble e Spitzer, gli astronomi hanno dedotto che la galassia è distante meno di 200 milioni di anni. E’ piccola e compatta e contiene solo circa l’uno per cento della massa della Via Lattea. Secondo le principali teorie cosmologiche, le prime galassie sarebbero state in effetti molto piccole. Poi progressivamente si sarebbero fuse diventando come le galassie dell’universo più moderno.
“Queste prime galassie, probabilmente, hanno giocato un ruolo dominante nell’epoca della reionizzazione, l’evento che segnò la fine del Medioevo dell’universo”, ha detto Kelson. “In sostanza, la luce era finalmente in grado di penetrare la nebbia dell’universo.”
Circa 400.000 anni dopo il Big Bang si è formato l’idrogeno dal raffreddamento delle particelle. Ma le prime stelle e le relative galassie emersero solo qualche centinaio di milioni di anni più tardi. L’energia sprigionata dalla nascita delle galassie ha provocato la ionizzazione dell’universo.
Gli astronomi hanno ora in programma di studiare la nascita delle prime stelle e delle galassie e l’epoca del reionizzazione con il successore de telescopi Hubble e Spitzer, della NASA, il James Webb Telescope, che sarà lanciato nel 2018.