In due articoli pubblicati su Science Express gli scienziati relazionano sul primo anno di messione della sonda MESSENGER che sta per (Mercury Surface, Space Environment, GEochemistry, and Ranging).
La sonda ha catturato circa 100.000 immagini e ha raccolto numerosi altri dati che hanno dato nuove imformazioni sulla topografia, il nucleo del pianeta e soprattuto sul materiale luminoso che si trova nella zona dei poli che è sempre in ombra.
“Mercurio è l’ultimo pianeta inesplorato”, ha detto Stanton Peale professore di fisica alla Univeristy of California, che ha pensato la procedura utilizzata per rilevare se Mercurio avesse o no un nucleo liquido. Il modo in cui Mercurio si è formato, ha detto, può fornirci alcuni indizi sulla formazione del sistema solare.
Gli scienziati hanno scoperto che il nucleo di Mercurio è più grande di ciò che ci si aspettava: circa l’85 per cento del raggio. A differenza delle Terra in cui il nucleo è meno della metà del raggio. Il nucleo di Mercurio inoltre è più complesso: un solido strato di solfuro di ferro che fa parte del mantello, che racchiude un nucleo liquido, che galleggia su un nucleo interno solido. Il nucleo esterno liquido e il nucleo interno solido contengono più ferro di quello della Terra, il che influenza il campo magnetico di Mercurio. La superficie invece è costituita da elementi più leggeri.
“Non ci aspettavamo di trovare tanto zolfo sulla superficie”, ha detto Peale, aggiungendo che hanno trovato invece ferro in bassissime quantità sulla superficie del pianeta. Non essendoci ferro le rocce vulcaniche in superficie sono troppo leggere per essere venute da un mantello con una grande densità media derivante dalla struttura interna. Questo ha condotto gli scienziati a ipotizzare l’esistenza di due strati di mantello, uno leggero e superiore silicato, che potrebbe avere una bassa densità, e un altro inferiore costituito da solfuro di ferro.
Nella foto la presenza di grandi quantità di zolfo sulla superficie indica che la formazione di Mercurio non è stata ordinata come pensavano alcuni scienziati. Ha spiegato Peale: “Mercurio è composto di materiale che si è condensato ad una grande distanza dal Sole”.
Altre ipotesi riguardano le luci che si trovano ai poli nelle zone d’ombra permanenti che potrebbero corrispondere a del ghiaccio, ma l’ipotesi deve ancora essere verificata.
La sonda è già pronta per un altro anno di misurazioni che porterannno a nuove approfondite indagini.