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Campi radioelettrici per far tornare indietro nel tempo le cellule

Finora era stato possibile riprogrammare le cellule staminali solo attraverso l'ingegneria genetica. Uno studio di ricercatori italiani dimostra oggi come sia possibile far tornare indietro nel tempo le cellule attraverso un convogliatore che produce campi radioelettrici a bassissima intensità

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.11.2012

Finora era stato possibile riprogrammare le cellule staminali solo attraverso l’ingegneria genetica. Uno studio di ricercatori italiani  dimostra oggi come sia possibile far tornare indietro nel tempo le cellule attraverso un convogliatore che produce campi radioelettrici a bassissima intensità.

E’ una specie di macchina del tempo quella che hanno creato i ricercatori dell’Università di Bologna guidati dal professor Carlo Ventura. Si chiama Reac (Radio Electric Asymmetric Conveyer), configurato come Bio Enhancer-Neuro Enhancer (B.E.N.E.), è brevettato, e sembra avere la capacità di riprogrammare le cellule adulte grazie all’uso di un’emissione a bassissima intensità di un campo radioelettrico. Riprogrammare le cellule adulte perchè diventino parte di qualche altro tessuto significa avere la possibilità di fare tornare indietro nel tempo le cellule per poterle poi far crescere e impiantarle in un altro luogo: una cellula proveniente dalla pelle potrebbe diventare una cellula cardiaca.

La novità è che con questo metodo non è necessaria l’ingegneria genetica, pure riconosciuto come metodo di grande valore tanto che a due ricercatori in quest’ ambito è stato assegnato il premio nobel per la medicina proprio quest’anno. 

La scoperta sembrerebbe aprire prospettive prima impensabili. Questo risultato è il frutto della sinergia fra il laboratorio di Biologia molecolare e Bioingegneria delle cellule staminali, diretto da Ventura con la collaborazione della dottoressa Claudia Cavallini (dipartimento Cardiovascolare dell’Universita’ di Bologna), l’Istituto Rinaldi Fontani di Firenze con il suo gruppo di ricerca nell’ambito della Medicina rigenerativa, coordinato dal proessore Salvatore Rinaldi e il dipartimento di Scienze biomediche dell’Universita’ di Sassari.

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