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I cani da slitta che hanno contribuito alla diffusione degli Inuit nell’Artico

Scritto da Leonardo Debbia il 25.12.2019

 

I cani da slitta Inuit sono cambiati di poco da quando iniziarono le prime migrazioni con i gruppi umani dalla Siberia all’Artico nordamericano attraverso lo Stretto di Bering, secondo i ricercatori che hanno esaminato il DNA dei cani da allora in poi.

L’eredità dei cani Inuit sopravvive oggi nei cani da slitta dell’Artico, rendendoli una delle ultime popolazioni discendenti rimaste nelle Americhe con lignaggi indigeni pre-europei.

L’ultima ricerca è stata fatta in un decennio di studi dall’Università della California, Davis, i cui esperti di Antropologia e Genetica veterinaria hanno analizzato il DNA di centinaia di resti scheletrici di antichi cani, allo scopo di determinare se i cani Inuit avessero avuto un DNA significativamente diverso rispetto ad altri cani artici, comprese le razze malamute e husky.

L’articolo “I cani da slitta specializzati hanno accompagnato la diffusione degli Inuit nell’Artico nordamericano” è stato pubblicato il 20 novembre scorso negli Atti della Royal Society B: Biological Sciences.

Per la UC Davis, gli autori dello studio hanno incluso: Christyann Darwent, docente di Antropologia; Ben Sacks, direttore dell’Unità di Ecologia e Conservazione dei mammiferi presso la Scuola di medicina veterinaria; Sarah Brown, ricercatrice.

L’autore principale, dott.ssa Carly Ameen, è un’ archeologa dell’Università di Exeter; Tatiana Feuerborn proviene dal Globe Institute, in Danimarca e dal Center for Paleogenetics, in Svezia; Alloween Evin fa parte del CNRS e dell’ Istituto di Scienze dell’Evoluzione presso l’Università di Montpellier, in Francia.

L’elenco dei collaboratori non si esaurisce qui, ma comprende molte altre istituzioni che, per brevità, non stiamo qui a menzionare.

Il Qimmit (cani, in lingua Inuit) era considerato particolarmente adatto al trasporto di persone e merci sulle lunghe distanze nella regione artica, nonchè perfettamente idoneo al consumo di risorse locali – come i mammiferi marini – per quanto riguardava la sua alimentazione.

Secondo i ricercatori, questa popolazione canina ha aiutato non poco gli Inuit a conquistare il terreno accidentato dell’Artico nordamericano, intorno ai 2000 anni fa. I cani Inuit sono i diretti antenati dei moderni cani da slitta artici e, sebbene il loro aspetto sia spesso cambiato nel tempo, hanno continuato a svolgere un ruolo importante nelle comunità artiche.

Gli esperti hanno esaminato il DNA di 921 animali, tra cani e lupi, vissuti negli ultimi 4500 anni.

L’analisi del DNA, le posizioni e i periodi di tempo in cui sono stati recuperati dal punto di vista archeologico mostrano che i cani provenienti dai siti Inuit, datati sui 2000 anni fa, erano geneticamente diversi dai cani preesistenti nella regione, avendo mantenuto quasi inalterati i profili genetici di cui erano dotati.

Seconso Sacks, “i profili genetici dei cani antichi dell’Artico americano risalenti a 2000 anni fa erano quasi identici a quelli dei cani più anziani provenienti dalla Siberia, ma erano in netto contrasto con quelli dei cani più antichi delle Americhe, fornendo così un quadro insolitamente chiaro dell’evento di sostituzione canina di due millenni fa, che era coinciso con l’espansione dei popoli Thule, progenitori degli Inuit, nell’Artico americano”.

La ricerca conferma perciò che le popolazioni native avevano conservati distinti i propri cani.

Analizzando la morfologia di 391 cani, lo studio mostra anche che gli Inuit avevano

cani più grandi, provvisti di un cranio proporzionalmente più stretto rispetto ai cani precedenti appartenuti ai gruppi pre-Inuit.

La parte della ricerca finanziata dalla National Science Foundation per la UC Davis è stata ispirata dall’attivista e autrice Inuit Sheila Watt-Cloutier, che ha raccontato a Darwentt l’abbattimento di cani da slitta Inuit intrapreso dalla polizia canadese negli anni ’50 e ha chiesto di usare un metodo scientifico per narrare la storia e l’importanza dei cani da slitta nell’Artico.

La conservazione dei cani Inuit è probabilmente dovuta al ruolo altamente specializzato che questi cani hanno svolto, sia nel trasporto sulle lunghe distanze che nelle pratiche quotidiane di sussistenza all’interno della società Inuit.

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