La carcassa congelata di un rinoceronte lanoso, vissuto tra 20mila e 50mila anni fa, è stata rinvenuta in perfette condizioni di conservazione nelle steppe della Siberia, nella regione di Abyisky.
La scoperta è stata possibile grazie allo scongelamento del permafrost in cui l’animale era rimasto inglobato e quindi conservato.
Si tratta di una delle carcasse meglio conservate mai rinvenute prima d’ora, considerando che questi animali si sono estinti migliaia di anni fa, quasi in concomitanza con la fine dell’ultima glaciazione.
Con l’espressione ‘perfette condizioni di conservazione’ si intende che l’animale non si presenta ben conservato soltanto dal buon aspetto esteriore, ma che anche per gli organi interni che sono rimasti praticamente intatti.
La notizia è stata diffusa in questi giorni scorsi dalla rivista Siberian Times, che ne attribuisce la scoperta al dottor Valery Plotnikov, dell’Accadema delle Scienze della regione.
Il tempo cui far risalire la sua esistenza è alquanto approssimativo, al momento. Gli studiosi che hanno proveduto al recupero della carcassa, per rimuoverlo in sicurezza attendono che le strade attorno al sito possano essere sufficentemente ghiacciate in modo da poter reggere convenientemente il carico dell’animale, che sarà trasportato nei laboratori della città di Yakutsk per essere sottoposto alle analisi al radiocarbonio e avere così stime e riscontri più attendibili.
Il rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis) è una specie estinta da circa 10mila anni che, assieme al mammouth lanoso, al bue muschiato, al cervo gigante Megaloceros, ha rappresentato una parte importante della megafauna pleistocenica dell’Europa e di gran parte dell’Asia, dove aveva fatto la sua prima comparsa attorno ai 35 milioni di anni fa.
Finora, la maggior parte di quanto si conosceva su questo animale proveniva dal rinvenimento di individui mummificati provenienti dalla Siberia e da pitture rupestri di mezza Europa.
Le sue dimensioni dovevano essere di circa 3-3,5 metri di lunghezza, mentre il suo peso doveva aggirarsi attorno ai 1800- 2600 kg.
Di aspetto simile al moderno rinoceronte bianco, aveva il corpo provvisto di una caratteristica folta pelliccia che lo proteggeva dalle gelide temperature dell’epoca, mentre si aggirava in gran parte del Nord Europa, sulla superficie della regione comprendente il Mare del Nord completamente ghiacciato e con il livello di 125 metri inferiore all’odierno, fino alla porzione meridionale dell’attuale Inghilterra.
Sulle cause dell’estinzione di questi grandi animali, i pareri degli scienziati sono discordi.
Alcuni propendono, come causa prima, per la diffusione dei primi esseri umani che, facendone il bersaglio preferito della loro caccia in cerca di cibo, ne avrebbero decimato la popolazione.
Altri ritengono che siano stati piuttosto i cambiamenti climatici a far strage di questi giganti e altri ancora avanzano l’ipotesi di un’epidemia.
E’ pur vero che i rinoceronti lanosi erano specializzati per sopravvivere al freddo ma potevano benissimo sopportaresenza problemi le variazioni verso temperature più calde. Altre specie, come le renne, i buoi muschiati e i bisonti europei, erano passati indenni attraverso i vari cambiamenti del clima, per cui l’ipotesi di una caccia ‘eccessiva’ da parte degli esseri umani è probabilmente da ritenersi la più valida causa della loro estinzione.