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Assistenza sessuale per disabili in Italia: ha successo la raccolta di firme

Un disabile può avere grandi difficoltà a vivere la propria sessualità, per diversi motivi. In alcuni casi è proprio la disabilità ad impedirlo.

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.01.2013

“Immaginatevi a 40-50-60 anni senza aver mai provato nessun piacere derivato dalla sessualità e che tutto questo non sia avvenuto per vostra scelta.”, così scrive Max Ulivieri a settembre dell’anno scorso sul FattoQuotidiano.it.

disabilità

Max Ulivieri è un web designer ed è portatore di una disabilità. Da novembre scorso ha lanciato una raccolta di firme per portare anche in Italia l’assistenza sessuale per disabili.

Mentre in altri paesi europei l’assistenza sessuale per disabili è riconosciuta e addirittura in Olanda, pagata dal servizio sanitario nazionale, in italia, fino ad ora, non se ne era neanche parlato.

Un disabile può avere grandi difficoltà a vivere la propria sessualità, per diversi motivi. In alcuni casi è proprio la disabilità ad impedirlo. “Tempo fa mi scrisse un ragazzo di 22 anni,” scrive Ulivieri, “raccontandomi che non solo non aveva mai avuto rapporti sessuali, ma che non poteva neanche masturbarsi. Il motivo? L’impossibilità di usare le mani e, soprattutto, la totale mancanza di privacy.

Non essere autosufficienti significa anche non potersi chiudere in camera o in bagno da soli e subire sempre una presenza invasiva, in questo caso la madre. Questo vale anche per una donna disabile, ovviamente.” E Ulivieri continua raccontando che in Italia, non si dice, ma succede, che i ragazzi vengano mandati dalle madri dalle prostitute o che siano le madre stesse a masturbare i figli.

In altri paesi la soluzione per alleviare questa, che è una delle sofferenze che un disabile si trova ad affrontare, l’hanno trovata e si tratta della Assistenza Sessuale.

Sul sito in cui si può firmare la petizione la pratica viene definita con queste parole “L’assistenza sessuale si configura come una pratica soprattutto relazionale, empatica e comunicativa. Attraverso il periodo in cui si svolgerà la sessione d’incontro tra la persona che lo richiede e l’assistente, il fulcro dell’interesse sarà nello stabilire un rapporto empatico.
Quello che l’assistente debitamente preparata deve riuscire a trasmettere all’altro è innanzitutto l’accettazione del suo corpo attraverso l’esplorazione manuale, l’accarezzamento, il massaggio.

“L’assistenza viene non a caso definita sessuale. Il che significa che il corpo sarà preso in considerazione nella sua interezza. L’area genitale, generalmente la più trascurata nelle pratiche di massaggio e quella trattata con più distacco o imbarazzo in chi assiste la persona disabile nelle sue funzioni corporali quotidiane, sarà al centro di particolare attenzione e manipolazione, al fine di rimuovere tensioni e pulsioni concentrate e dannose che solitamente si manifestano come interesse ossessivo verso il sesso e l’area genitale in tutti quei casi in cui non trovino modo di essere canalizzate per molto tempo.”

Questo perchè “Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma sia relazionale, si risolvono in un costante e ossessivo stress psichico che affligge non poco l’esistenza di chi non ha autonomia nell’uso del proprio corpo.”

L’iniziativa ha raccolto già 1500 firme, soprattutto di chi disabile non è, ma riconosce il diritto al benessere di coloro che hanno difficoltà a vivere la sessualità.

In Italia il problema è che la prostituzione e il favoreggiamento della prostituzione sono illegali. Per questo sono necessarie delle norme chiare. Ma altrettanto chiaro è che questa iniziativa, con al prostituzione, ha poco a che vedere, tanto più che la persona che la pratica deve avere una preparazione specifica.

http://firmiamo.it/assistenzasessuale

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  • Grazie dell’articolo. Ci vorrà tempo e pazienza, purtroppo gli italiani hanno il vizio di giudicare contesti che non conoscono, invece di chiedere come funziona e il perché. Ma non ci abbatterà questo. Un saluto. Anche a Sofia che è un po’ confusa.

  • sofia scrive:

    Non sono d’accordo, se un disabile ha la possibilità di comunicare con il mondo esterno o con un amico potrà procurarsi una donna facilmente (a pagamento) senza dover fare leggi ad hoc e senza farsi “aiutare” dalla madre o chi lo assiste. Inoltre ci sono tanti uomini e donne che non hanno mai provato un’esperienza sessuale non per scelta propria, ma altrui. Raccogliamo le firme anche per loro? Infine è sì prostituzione, perchè anche nei centri massaggi dove ti danno il “contentino” viene considerata tale: non è che se una cosa viene fatta per una persona sfortunata cambia di nome e di significato, cambia solo il contesto.

    sofia