Cairo, piazza Tahrir continua ad essere gremita di manifestanti nel decimo giorno consecutivo di proteste contro il presidente Mohamed Morsi accusato di voler creare uno stato autocratico. Accanto all’ambasciata americana la polizia ha riposto al lancio di pietre con i gas lacrimogeni.
Dopo l’imponente protesta di ieri che ha visto scendere in piazza decine di migliaia di egiziani, la situazione stenta a raffreddarsi. I cori anti-Mubarak vengono riciclati per criticare le mosse dittatoriali del nuovo presidente, che il 22 Novembre ha fatto approvare un decreto che rende le proprie decisioni immuni dal controllo della magistratura. “Il popolo vuole la caduta del regime”, “I fratelli hanno rubato la nazione” sono alcuni degli slogan urlati durante la manifestazione.
Un avvocato per i diritti umani, Nigad al-Boraei, ha spiegato che scendere in piazza a protestare è l’unico modo per evitare che si crei un’altra “era-Mubarak”, aggiungendo “siamo molto arrabbiati e non lasceremo che questo presidente o qualsiasi altro presidente ci obblighi a fare qualcosa che non vogliamo”. [Fonte Wall Street Journal].
I Fratelli Musulmani fedeli al presidente giustificano la sua scelta sostenendo la necessità di “fare pulizia all’interno del sistema giudiziario”, dove ci sono ancora molti giudici dell’ex regime con idee fortemente rivoluzionarie. Un anziano membro della fratellanza Gamal Hishmat ha affermato: “Avevamo bisogno di questo decreto”, motivando la sua dichiarazione spiegando che le cospirazioni potrebbero condurre il Paese al punto di partenza. [Fonte Wall Street Journal].
Dal canto suo lunedì Morsi ha promesso al Consiglio Superiore della Magistratura che limiterà l’esercizio del nuovo potere alle “questioni di sovranità”, senza però definire quali siano le “materie sovrane” sulle quale il presidente avrà il potere assoluto.
Né le giustificazioni palesemente di parte dei Fratelli Musulmani, né tanto meno la dichiarazione del presidente Morsi hanno tranquillizzato l’opposizione, che chiede l’annullamento del decreto. Così anche oggi si sono verificati scontri fra i manifestanti e le forze dell’ordine, in particolare vicino l’ambasciata statunitense al Cairo, dove la polizia ha reagito al lancio delle pietre sparando lacrimogeni.