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Siria, migliaia in piazza dopo le preghiera del Venerdì sostengono esercito libero

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.10.2011

Carri armati ad Hama, in Siria, che avrebbero disertatoMigliaia di manifestanti anti-governativi sono scesi in strada ieri in tutta la Siria dopo la preghiera del Venerdì, in quello che gli organizzatori chiamano il “Venerdì dell’Esercito Libero”. Intanto la repressione del governo va avanti e le Nazioni Unite stimano che il bilancio delle vittime sia di 3.000 persone uccise dall’inizio delle proteste a metà marzo.

Manifestanti anti-governativi hanno portato striscioni per chiedere aiuto alla comunità internazionale e hanno scandito slogan contro il regime del presidente Bashar al-Assad. I video sui siti web dell’opposizione hanno mostrato le manifestazioni in più di una dozzina di paesi e città.

Gli attivisti dicono che almeno otto dimostranti anti-governativi sono stati uccisi dopo che le forze siriane hanno sparato contro i raduni dell’opposizione in aree che includono la periferia di Damasco. Tuttavia, la televisione del governo siriano ha mostrato video provenienti da diverse aree in cui non erano in corso dimostrazioni, negando di fatto l’esistenza delle proteste.

Le proteste sono state invocate dall’opposizione a sostegno dell'”Esercito libero siriano” – centinaia di soldati e funzionari siriani che secondo quanto riferito dall’opposizione  avrebbero disertato negli ultimi mesi dall’esercito nazionale, composto da circa 400 mila uomini.

Il giro di vite sul dissenso si è verificato contemporaneamente – e nonostante – agli appelli  dei funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani che dicono che il bilancio delle vittime ha superato 3 mila persone.

Circa 100 persone sono morte negli ultimi 10 giorni. L’Alto Commissario ONU per i diritti umani Navi Pillay ha detto che la violenta repressione in Siria potrebbe portare il paese ad una vera e propria guerra civile.

Peter Harling, che lavora per il Gruppo di crisi a Damasco, dice che non è chiaro se i manifestanti curdi manifesteranno per le strade dopo l’assassinio di uno dei loro massimi dirigenti lo scorso fine settimana: “La grande questione oggi è fino a che punto la popolazione curda in Siria si unirà al movimento di protesta. Si unirà senza condizioni al movimento di protesta ocontinuerà a mostrare la moderazione attuata negli ultimi mesi?”.

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