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Yemen, uccise 46 persone in due giorni da forze di sicurezza a Sana’a

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 19.09.2011

Sana'aFonti mediche in Yemen dicono che le forze di sicurezza governative hanno ucciso almeno 20 persone in scontri con manifestanti anti-governativi, un giorno dopo la strage di altri 26 manifestanti nella peggior giornata che la città ha visto in diversi mesi.

Cecchini filo-governativi hanno sparato dai tetti nel centro della città oggi, mentre le truppe si scontravono con i manifestanti in un’altra parte della città.

I funzionari hanno detto che tra i cadaveri ci sono un bambino e almeno tre soldati che hanno disertato.

Solo ieri le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 26 persone ferendone almeno un un altro centinaio sparando ad altezza d’uomo contro decine di migliaia di manifestanti. Il corteo, composto da persone disarmate, stava marciando verso il palazzo presidenziale dalla vicina Piazza del Cambiamento, dove migliaia di manifestanti sono stati accampati per mesi chiedendo al presidente Ali Abdullah Saleh di dimettersi.

Il governo ha detto lunedì che esprime “dolore e condanna” per gli atti di violenza come quelli che hanno avuto luogo nella capitale domenica. Il ministro degli Esteri Abu Bakr al-Kurbi ha detto al Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite che il governo indagherà e punirà i responsabili delle violenze.

Il movimento di protesta, guidato soprattutto da giovani, ha intensificato le manifestazioni la scorsa settimana dopo che Saleh ha chiesto al suo vice di negoziare un accordo di condivisione del potere. Molti hanno detto che la mossa è l’ultima di una serie di tattiche dilatorie del presidente per prendere tempo.

Saleh si trova in Arabia Saudita, dove si sta riprendendo dalle ferite riportate in un attacco a giugno contro il compound presidenziale.

In aprile, il gruppo delle sei nazioni del Gulf Cooperation Council ha proposto un piano destinato a porre fine alle turbolenze in Yemen. Saleh ha accettato la proposta tre volte, ma facendo retromarcia  altrettante volte prima della firma dell’accordo.

Lo Yemen, un paese principalmente desertico e non ricco di petrolio come i suoi vicini della Penisola Arabica, sta vivendo una profonda crisi politico-economico-sociale anche a causa dell’esplosione demografica (si pensi che la capitale Sana’a è passata da 55 mila persone nel 1978 ad oltre un milione di oggi). La crisi è sfociata nelle proteste dei giovani yemeniti dei mesi scorsi, che chiedono a Saleh di lasciare il potere. In Yemen è al potere Ali Abdullah Saleh dal 1978.

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